Non sono solita pubblicare ricerche su luoghi che non ho personalmente
visitato.
L'Antro di Claudia; nasce per raccogliere elementi di
femminile sacro che incontro e, a livello esperienziale, “scavo”; nella libera ricerca ed esplorazione.
Tuttavia, l'immagine della dea madre presente nell’archivio fotografico in calce, inaspettatamente, è
giunta a me.
Mi è stata donata e, in qualche modo, mi piace pensare che volesse
raggiungermi, per un motivo che forse, in parte, è ancora ignoto. In attesa
di poter camminare sull’Isola con le mie stesse gambe, ecco un brevissimo resoconto che ho tratto qua e
là, supportandomi con gli studi di Marija Gimbutas; con le preziose informazioni
ritrovate su siti turistici di competenza e, naturalmente, grazie alla
narrazione dell'amico che ha condotto a me la piccola statuina…
*****
“Alcuni studiosi collegano le forme rotondeggianti dei
templi di Ġgantija alle forme della Dea Madre, con fianchi larghi e seni
prosperosi. Nei templi di Ġgantija si svolgevano probabilmente riti legati alla
fertilità, come confermerebbero le numerose statuette ritrovate nei vari templi
sparsi per Malta, tutte raffiguranti corpi femminili. Si pensa che la società maltese fosse di tipo
matriarcale, e fosse guidata da una casta di sacerdotesse. Presso il sito di
ritrovamento delle statuette, si ipotizza che anche i focolari erano legati a
funzioni religiose.”
(Tratto da Viaggi Malta)
Nello specifico, siamo davanti alla ennesima testimonianza, non solo della originaria religione delle donne che venerava la triplice luna, ovvero quella religione autoctona e pre-agricola cui fa riferimento Margaret Murray; quando parla della vera Religione delle Streghe, di cui l'attuale neopaganesimo, frutto di sincretismi e fusioni scelte a tavolino durante il Concilio di Efeso ne riflette una semplice ombra; ma anche dinnanzi a quella Antica Europa “caratterizzata dalla centralità della donna nella
società e dal culto di una Dea che incarnava il principio creativo in quanto
Fonte e Procacciatrice di tutto, dove vigevano valori egualitari e pacifici, e
una cultura pre-indoeuropea matrifocale e probabilmente matrilineare, agricola
e sedentaria. Essa si differenzia nettamente dalla successiva cultura
proto-indoeuropea, patriarcale, gerarchica, pastorale, nomade e orientata in
senso bellico, che si è sovrapposta alla precedente cultura in tutta Europa, a
parte alcune frange meridionali e occidentali, fra il 4500 e il 2500 a.C.
Durante questo periodo, le divinità femminili, o più precisamente la Dea
Creatrice nei suoi molteplici aspetti, è stata ampiamente sostituita dalle
divinità prevalentemente maschili degli Indoeuropei”.
(Cfr. Marija Gimbutas, Le
Dee e Gli Dei dell’Antica Europa, p. 9)
*****
La statuina presentata nell'album fotografico in calce, mi è stata donata da un amico
che ha da poco visitato i siti megalitici di Malta; rispettivamente è stata
acquistata a Gozo, nell’isola minore, presso uno shop dedicato ai templi della “Ggantija” (Gigantia,
pronuncia Gigantìa) che risalgono circa al 3600-2800 .C.
Si tratta delle più
antiche strutture di questo genere in tutto il mondo; e i reperti archeologici,
fra cui le mirabili statuette della Dea Madre dai fianchi prosperi; risalgono
al neolitico.
Ne “Le Dee viventi” di Marja Gimbutas si legge che i primi templi
maltesi avevano una forma ad uovo, a richiamare il mistero del ventre materno.
In
effetti, attraverso lo studio delle fonti che mi hanno portata a proporre
diversi saggi che trattano di mitologia comparata; perlopiù soffermandomi sulle
analogie tra quelli che ho riconosciuto come “topos”, ovvero elementi ricorrenti nel sostrato mitico che accomuna la mitologia balto-finnica, artica,
norrena, celtica, greca, egizia e con elementi di riferimento della prima
storia israelita; ho potuto constatare che l’elemento “uovo” – anche centro
della saggezza alchemica, dove le origini più antiche sono con tutta
probabilità risalenti alla cultura vedica – è il cuore della cosmogonia
asiatica delle origini: l’uovo(presumibilmente d'anatra, secondo Juha Pentikäinen), e l’uccello sacro, nelle sue molte forme.
Se a
questo si aggiunge la metafora dell'uovo “calderone”, in quanto recipiente ove i
misteri della donna arcaica si manifestano – oggi come allora, nella reminiscenza che abita la pratica occulta più pura delle moderne streghe – il contesto
assume un senso. La statuina in oggetto, fra l’altro; nella ricerca delle
immagini del culto; mi ha ricordato la piccola madre gravida con le mani sull’addome
ritrovata a Porodin (Jugoslavia Meridionale) all’inizio del Sesto millennio a.C; annoverata dalla Gimbutas in “Le Dee e gli Dei dell’Antica Europa”, pp.
207-221, tra le dee gravide e della vegetazione, pertanto doveva
necessariamente essere connessa al mistero femminile della fecondità.
Cenni storici
Il fiorire di templi megalitici nell’arco preso in esame, è
stato testimoniato a partire dal 3500 a.C., primo fra tutti a Gigantia,
sull'isoletta di Gozo; ed altre imponenti strutture sono presenti a “Hagar Qim”,
“Mnajdra”, “Ta Hagrat” (con significato di “le pietre”), e il sito di Tarxien.
Il cosiddetto “popolo dei templi” scomparve intorno al 2500 a.C., per cause
ancora sconosciute; ove sono state formulate svariate ipotesi, dall'aumento
della conflittualità interna all'insorgere di una grave epidemia, ma nessuna ha
ancora trovato consenso fra gli studiosi. In questo arco di tempo, ovvero tra
il 3600 e il 2500 a.C.; si manifestò una misteriosa caratteristica
archeologica, rinvenuta in diverse località dell'isola e che consiste in scanalature
uniformi ed equidistanti tra loro (sostanzialmente dei binari, della profondità di circa 70 centimetri); che sono state battezzate come “cart ruts”
o “cart racks”; tra cui la più imponente “Clapham Junction”.
Secondo quanto
sostenuto dagli studiosi, i solchi, rintracciati, praticamente identici, anche in Perù e in Bolivia; potrebbero essere stati causati dal continuo
passaggio delle ruote dei carrelli adibiti al trasporto della pietra, che, a
lungo andare, finirono per intaccare il tenero calcare di cui è caratterizzata
la isola. Tuttavia, come riferito dal mio amico viaggiatore, non essendoci una collocazione temporale precisa di tali conformazioni, né una effettiva prova di come siano state causate; qualcuno avrebbe lanciato l'idea che potrebbero essere prova di antiche civiltà sommerse...
Del resto, alcune si diramavano sotto il livello del mare, altre nelle profondità della terra. Le isole maltesi rimasero allora spopolate per qualche centinaio di
anni, fino a quando giunse il flusso migratorio che vi condusse i famigerati “costruttori
dei dolmen”. Con tutta probabilità erano genti che provenivano dalla Sicilia, poiché
si ha individuato la somiglianza dei dolmen maltesi con analoghe strutture nell’isola
più ampia del Mediterraneo; nonchè simili binari tracciati nella pietra.
Successivamente, Malta venne colonizzata dai Fenici,
circa nel 1000 a.C., che la sfruttarono per la loro espansione e i commerci nel
Mediterraneo e in seguito nel 736 a.C. venne occupata dai Greci, che la
chiamarono “Melita”, secondo alcuni – para-etimologicamente parlando – in
relazione al nome di una delle ninfe Naiadi delle acque…
Con le guerre Puniche
Malta passò ai romani, dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente subì
saccheggi dai Vandali e cadde nelle mani degli Ostrogoti, per poi passare sotto
il dominio bizantino che durò fino al IX secolo.
Conseguentemente finì sotto il comando arabo, che tristemente spazzò via tutti gli abitanti originari, ripopolando l’arcipelago;
da lì in avanti, a quanto pare Malta subì la sorte coloniale del caso: francesi, inglesi, tedeschi; nessuno escluso, misero le mani su Malta; per questo, nonostante la lingua maltese sia annoverata tra le poche preindoeuropee rimaste; conserva delle profonde influenze sia arabe che latine. L'isola, peraltro; durante la seconda guerra mondiale costituiva un luogo strategico per
la vicinanza ai territori dell’asse.
Cessato il conflitto Malta ottenne
l'indipendenza dal Regno Unito il 21 settembre 1964, divenendo membro del
Commonwealth col nome di Stato di Malta, ma mantenendo la figura del monarca.
Il
13 dicembre 1974 divenne una repubblica, con il presidente a capo dello Stato.
L'8 marzo 2003 un referendum approvò, con il 53,65% dei consensi, l'adesione
all'Unione europea. Nel gennaio 2008 Malta ha adottato l'euro come moneta
nazionale.
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