La Dea Madre a Malta

ESPLORAZIONI DI RICERCA

Gigantia, Isola di Gozo, Isole Maltesi

Non sono solita pubblicare ricerche su luoghi che non ho personalmente visitato. 
L'Antro di Claudia; nasce per raccogliere elementi di femminile sacro che incontro e, a livello esperienziale, “scavo”; nella libera ricerca ed esplorazione. 
Tuttavia, l'immagine della dea madre presente nell’archivio fotografico in calce, inaspettatamente, è giunta a me. 
Mi è stata donata e, in qualche modo, mi piace pensare che volesse raggiungermi, per un motivo che forse, in parte, è ancora ignoto. In attesa di poter camminare sull’Isola con le mie stesse gambe, ecco un brevissimo resoconto che ho tratto qua e là, supportandomi con gli studi di Marija Gimbutas; con le preziose informazioni ritrovate su siti turistici di competenza e, naturalmente, grazie alla narrazione dell'amico che ha condotto a me la piccola statuina…

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“Alcuni studiosi collegano le forme rotondeggianti dei templi di Ġgantija alle forme della Dea Madre, con fianchi larghi e seni prosperosi. Nei templi di Ġgantija si svolgevano probabilmente riti legati alla fertilità, come confermerebbero le numerose statuette ritrovate nei vari templi sparsi per Malta, tutte raffiguranti corpi femminili. Si pensa che la società maltese fosse di tipo matriarcale, e fosse guidata da una casta di sacerdotesse. Presso il sito di ritrovamento delle statuette, si ipotizza che anche i focolari erano legati a funzioni religiose.” 
(Tratto da Viaggi Malta)

Nello specifico, siamo davanti alla ennesima testimonianza, non solo della originaria religione delle donne che venerava la triplice luna, ovvero quella religione autoctona e pre-agricola cui fa riferimento Margaret Murray; quando parla della vera Religione delle Streghe, di cui l'attuale neopaganesimo, frutto di sincretismi e fusioni scelte a tavolino durante il Concilio di Efeso ne riflette una semplice ombra; ma anche dinnanzi a quella Antica Europa “caratterizzata dalla centralità della donna nella società e dal culto di una Dea che incarnava il principio creativo in quanto Fonte e Procacciatrice di tutto, dove vigevano valori egualitari e pacifici, e una cultura pre-indoeuropea matrifocale e probabilmente matrilineare, agricola e sedentaria. Essa si differenzia nettamente dalla successiva cultura proto-indoeuropea, patriarcale, gerarchica, pastorale, nomade e orientata in senso bellico, che si è sovrapposta alla precedente cultura in tutta Europa, a parte alcune frange meridionali e occidentali, fra il 4500 e il 2500 a.C. Durante questo periodo, le divinità femminili, o più precisamente la Dea Creatrice nei suoi molteplici aspetti, è stata ampiamente sostituita dalle divinità prevalentemente maschili degli Indoeuropei”. 
(Cfr. Marija Gimbutas, Le Dee e Gli Dei dell’Antica Europa, p. 9)

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La statuina presentata nell'album fotografico in calce, mi è stata donata da un amico che ha da poco visitato i siti megalitici di Malta; rispettivamente è stata acquistata a Gozo, nell’isola minore, presso uno shop dedicato ai templi della “Ggantija” (Gigantia, pronuncia Gigantìa) che risalgono circa al 3600-2800 .C. 
Si tratta delle più antiche strutture di questo genere in tutto il mondo; e i reperti archeologici, fra cui le mirabili statuette della Dea Madre dai fianchi prosperi; risalgono al neolitico. 
Ne “Le Dee viventi” di Marja Gimbutas si legge che i primi templi maltesi avevano una forma ad uovo, a richiamare il mistero del ventre materno. 
In effetti, attraverso lo studio delle fonti che mi hanno portata a proporre diversi saggi che trattano di mitologia comparata; perlopiù soffermandomi sulle analogie tra quelli che ho riconosciuto come “topos”, ovvero elementi ricorrenti nel sostrato mitico che accomuna la mitologia balto-finnica, artica, norrena, celtica, greca, egizia e con elementi di riferimento della prima storia israelita; ho potuto constatare che l’elemento “uovo” – anche centro della saggezza alchemica, dove le origini più antiche sono con tutta probabilità risalenti alla cultura vedica – è il cuore della cosmogonia asiatica delle origini: l’uovo(presumibilmente d'anatra, secondo Juha Pentikäinen), e l’uccello sacro, nelle sue molte forme
Se a questo si aggiunge la metafora dell'uovo “calderone”, in quanto recipiente ove i misteri della donna arcaica si manifestano – oggi come allora, nella reminiscenza che abita la pratica occulta più pura delle moderne streghe – il contesto assume un senso. La statuina in oggetto, fra l’altro; nella ricerca delle immagini del culto; mi ha ricordato la piccola madre gravida con le mani sull’addome ritrovata a Porodin (Jugoslavia Meridionale) all’inizio del Sesto millennio a.C; annoverata dalla Gimbutas in “Le Dee e gli Dei dell’Antica Europa”, pp. 207-221, tra le dee gravide e della vegetazione, pertanto doveva necessariamente essere connessa al mistero femminile della fecondità.

Cenni storici

Il fiorire di templi megalitici nell’arco preso in esame, è stato testimoniato a partire dal 3500 a.C., primo fra tutti a Gigantia, sull'isoletta di Gozo; ed altre imponenti strutture sono presenti a “Hagar Qim”, “Mnajdra”, “Ta Hagrat” (con significato di “le pietre”), e il sito di Tarxien. 
Il cosiddetto “popolo dei templi” scomparve intorno al 2500 a.C., per cause ancora sconosciute; ove sono state formulate svariate ipotesi, dall'aumento della conflittualità interna all'insorgere di una grave epidemia, ma nessuna ha ancora trovato consenso fra gli studiosi. In questo arco di tempo, ovvero tra il 3600 e il 2500 a.C.; si manifestò una misteriosa caratteristica archeologica, rinvenuta in diverse località dell'isola e che consiste in scanalature uniformi ed equidistanti tra loro (sostanzialmente dei binari, della profondità di circa 70 centimetri); che sono state battezzate come “cart ruts” o “cart racks”; tra cui la più imponente “Clapham Junction”
Secondo quanto sostenuto dagli studiosi, i solchi, rintracciati, praticamente identici, anche in Perù e in Bolivia; potrebbero essere stati causati dal continuo passaggio delle ruote dei carrelli adibiti al trasporto della pietra, che, a lungo andare, finirono per intaccare il tenero calcare di cui è caratterizzata la isola. Tuttavia, come riferito dal mio amico viaggiatore, non essendoci una collocazione temporale precisa di tali conformazioni, né una effettiva prova di come siano state causate; qualcuno avrebbe lanciato l'idea che potrebbero essere prova di antiche civiltà sommerse... 
Del resto, alcune si diramavano sotto il livello del mare, altre nelle profondità della terra. Le isole maltesi rimasero allora spopolate per qualche centinaio di anni, fino a quando giunse il flusso migratorio che vi condusse i famigerati “costruttori dei dolmen”. Con tutta probabilità erano genti che provenivano dalla Sicilia, poiché si ha individuato la somiglianza dei dolmen maltesi con analoghe strutture nell’isola più ampia del Mediterraneo; nonchè simili binari tracciati nella pietra. 
Successivamente, Malta venne colonizzata dai Fenici, circa nel 1000 a.C., che la sfruttarono per la loro espansione e i commerci nel Mediterraneo e in seguito nel 736 a.C. venne occupata dai Greci, che la chiamarono “Melita”, secondo alcuni – para-etimologicamente parlando – in relazione al nome di una delle ninfe Naiadi delle acque… 
Con le guerre Puniche Malta passò ai romani, dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente subì saccheggi dai Vandali e cadde nelle mani degli Ostrogoti, per poi passare sotto il dominio bizantino che durò fino al IX secolo. 
Conseguentemente finì sotto il comando arabo, che tristemente spazzò via tutti gli abitanti originari, ripopolando l’arcipelago; da lì in avanti, a quanto pare Malta subì la sorte coloniale del caso: francesi, inglesi, tedeschi; nessuno escluso, misero le mani su Malta; per questo, nonostante la lingua maltese sia annoverata tra le poche preindoeuropee rimaste; conserva delle profonde influenze sia arabe che latine. L'isola, peraltro; durante la seconda guerra mondiale costituiva un luogo strategico per la vicinanza ai territori dell’asse. 
Cessato il conflitto Malta ottenne l'indipendenza dal Regno Unito il 21 settembre 1964, divenendo membro del Commonwealth col nome di Stato di Malta, ma mantenendo la figura del monarca. 
Il 13 dicembre 1974 divenne una repubblica, con il presidente a capo dello Stato. L'8 marzo 2003 un referendum approvò, con il 53,65% dei consensi, l'adesione all'Unione europea. Nel gennaio 2008 Malta ha adottato l'euro come moneta nazionale.

Album fotografico
di Claudia Simone




Fotografia di Niccolò Paracchini

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Sitografia


Bibliografia

(1) Le Dee Viventi, Marija Gimbutas, Medusa Edizioni 2005
(2) Le Dee e gli Dei dell'Antica Europa, Marija Gimbutas, 2016, Stampa Alternativa/Banda Aperta s.r.l.

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