Le Tredici Lune dell'Anno Antico

Calcolato sul calendario dell'anno 2023 – 2024 ma applicabile a ogni anno lunare

“Ad ogni rintocco lunare la ruota continua a girare e allora si deve rimembrare, l'antica sempiterna madre del cielo”.

Sin dalla notte dei tempi le nostre antenate hanno celebrato il potere della luna, fondendosi ad esso e sfruttandolo a vantaggio della propria salute e della salute delle comunità. Ogni Luna porta con sé simbologie arcane, poteri nascosti, e l'immagine archetipica di una o più deità. L'articolo riporta uno schema attraverso cui potersi armonizzare col ciclo della Luna, imparando anche a mettersi in immagine con Lei, mese dopo mese, attraverso un sentiero di lussureggiante abbondanza e scoperta interiore.

I
NOVEMBRE
Luna del Calderone, Luna della Perdita

Dal 13 Novembre al 12 Dicembre
Luna Nuova 13 Novembre ore 10:27
Luna Piena 27 Novembre ore 10:16

La prima luna dell’anno antico copre o segue la festa degli spiriti di Samhain, che cade rispettivamente tra il 31 Ottobre e il 1° novembre. Durante questa lunazione speciale, il cui inizio coincide con il Samhain lunare, ovverosia con il definitivo “giro di ruota” che lascia indietro l’anno passato per varcare le soglie di quello nuovo, si discende definitivamente nell’oscurità, rappresentata dal calderone in quanto simbolo del ventre materno, entro cui ritorniamo a nutrirci, per abbeverarci allo zampillo della fonte. Nell’individuazione di quel luogo sicuro e inviolabile che ci abita e a cui apparteniamo, possiamo finalmente allietarci, trascorrere del tempo dentro noi stesse/i in posizione fetale, a ricordarci che il nucleo delle origini che ci ha generate e generati è sempre lì, pronto a rifocillarci come avvenne quando ci condusse al mondo come “carrozza” che cammina fra i mondi. La zucca-carrozza di Cenerentola, secondo gli studi di M. Cachet, basati sulla unica versione della fiaba in cui compare una zucca, ovvero quella di C. Perrault – che potete approfondire al link in calce al brano – è infatti da collocarsi in un contesto autunnale, in quanto potrebbe essere letta come il mezzo di rigenerazione della fanciulla che, similmente a Persefone nel mito greco primitivo, avrebbe scelto di varcare, nella visione comparata della Cachet, i “misteri della discesa”, elemento di lampante dietrologia egizia, dove una versione antica della fiaba avrebbe peraltro avuto origine, nei panni della fanciulla “Rodopi”, della quale si narra nel saggio sopraddetto. Nel contesto, che trovate al medesimo indirizzo, gli Egizi celebravano – secondo il calendario appreso da Plutarco – la più antica festa dei morti nei giorni tra il 13,14,15 e 16 novembre. La concezione di un dio dei morti è del resto emblema delle particolari usanze legate al culto di Osiride, fratello e/o figlio di Iside e Dio che si sarebbe aggiudicato il reame dei morti, risorgendo dal fiume Nilo, e sono state rintracciate da Frazer in Plutarco, che scriveva verso la fine del secolo I, mentre a narrare della tomba di Osiride e del conseguente rito di rappresentazione delle sue sofferenze fra gli Egizi fu Erodoto, che individuava l’usanza, però, nel periodo che coincide col Natale – che a livello energetico corrisponde a un tempo liminale, simile a quello di Samhain: si inscenava una cerca della tomba di Osiride con l’ausilio di una “vacca d’oro”, rappresentata da una donna con la testa di vacca, come personificazione della madre (allattante) Iside, da cui il mito di Demetra e Persefone, con tutta probabilità ha tratto radice. Sebbene la zucca sia una menzione di Perrault, non presente, ad esempio, nella versione del focolare di J. e W. Grimm, e chiaramente non si trattava della tipica zucca di Halloween che siamo solite immaginare, dato che la Cucurbita Maxima venne introdotta in Europa solo dopo la “scoperta” dell’America, le prime zucche – probabilmente la varietà “Lagenaria Siceraria” – approdarono da noi già con i Fenici, e vennero coltivate ed esaltate anche dai Romani. Come ogni cercatrice e cercatore farebbe, allora si discende, in questi giorni oscuri, trasportate/i dalla carrozza magica – quale che sia la zucca – «dentro». E si arde, in questo tempo, come fiammelle che mai si spengono: solo per sé stesse, nel buio della caverna.

“La gente attaccava una infinità di lampade a olio fuori dalle case e le lampade bruciavano per tutta la notte. Questa usanza non era limitata a Sais ma si osservava in tutto l’Egitto. L’universale illuminazione delle case di notte una volta all’anno fa supporre che questa festa potesse essere una commemorazione non soltanto del morto Osiride, ma dei morti in genere, in altre parole, che fosse simile al nostro Giorno dei Morti. Infatti, è credenza assai diffusa che le anime dei morti tornino a rivedere le loro antiche dimore in una notte dell’anno: in questa solenne occasione, la gente si prepara a ricevere i fantasmi, mettendo a loro portata del cibo e accendendo delle lampade per guidarli nell’oscurità quando vengono dalla tomba e quando vi tornano. Erodoto ha mancato di dirci in quale data dell’anno tale festa fosse festeggiata, ma Plutarco osserva che la morte di Osiride sarebbe avvenuta il 17 del mese di Athyr e che gli Egizi celebrassero i loro riti funebri annuali nei quattro giorni prima a tale giorno che, secondo il calendario alessandrino utilizzato da Plutarco, sarebbero il 14, 15, 16 e 17 novembre. Egli suggerì, inoltre, che in quei giorni il livello del Nilo si abbassava, il vento del Nord si placava, le notti si facevano più lunghe e le foglie cadevano dagli alberi.” — Tratto da James G. Frazer, Il Ramo d’Oro, Il Rituale di Osiride, p. 448 

II
DICEMBRE
Luna delle Madri, Luna delle Lunghe Notti, Luna della Dama Bianca, Luna della Filatura
 
Dal 13 Dicembre al 10 Gennaio
Luna Nuova 13 Dicembre ore 00:32
Luna Piena 27 Dicembre ore 01:33

La luna nuova è come un grembo al cui interno sono in gestazione le infinite possibilità. Lo Scrigno di Luce ha deciso di titolare la lunazione che incomincia in questi giorni di parto cosmico luminoso, Luna delle Madri, ma secondo le tradizioni qui studiate può essere chiamata anche Luna delle Lunghe Notti o Luna del Ghiaccio. La Mutternacht e le Dodici Notti consecutive di oracolo e purificazione stanno per arrivare, questi sono i giorni della Dea Candelifera, in cui il sole viene condotto alla luce dalle madri protettrici del focolare, delle partorienti e della vista interiore. Ci attendono notti magiche, ricche di condivisione, saggezza e conoscenza ataviche. Il ciclo della seconda luna annuncia l'inverno e il suo cuore luminoso sono ormai palpabile.

III
GENNAIO
Luna della Neve, Luna del Riposo e del Silenzio, Luna del Sogno
 
Dall’11 Gennaio al 9 Febbraio
Luna Nuova 11 Gennaio ore 12:57
Luna Piena 25 Gennaio ore 18:54

Un antico detto lombardo recita “sotto la neve c’è il pane”. Ovverosia, il riposo è l’anticamera del lavoro che verrà, il solo luogo possibile ove la creatività può risorgere. Questo è un periodo di riposo, che prolunga l’effetto magico delle Dodici Notti che sono tradizionalmente sotto l’egida della Berchta, la Dama Bianca che visita le case per verificare il filato delle fanciulle e condurre loro la sorte che si sono meritate. Ma è anche la Luna della Neve: “L'etimologia della parola neve è da ricollegarsi al latino “nix” a sua volta dalla radice “snig” – essere umido o lavare – da cui anche il greco “nipha”, neve. Un'altra interpretazione etimologica, individuata nella radice “snu”, che significa scorrere, dà origine anche alla parola nave, intesa come “veicolo che scorre sulle acque”. Ma Neve potrebbe anche essere una variante del nome irlandese Niamh, che significa brillante, luminosa, splendente. Similmente nel significato profondo, Vacùna, la Dea che secondo gli studi di questo portale è la vera dietrologia del Culto della Madonna della Neve, deriva dal latino “vacare”, ossia viaggiare, essere vuoto, vacuo, dal significato nascosto, legato all'assenza di qualcosa, del lavoro, per esempio: nella leggenda dolomitica, pare che il contadino che schernì la Madonna della Neve nella sua festa, dove comandava che i lavori venissero sospesi, nei primi giorni di Agosto, rimase sepolto sotto la neve. A Vacuna erano infatti dedicati i giorni del riposo dopo il duro lavoro nei campi e tutto ciò che ha attinenza con il vagare, fare vacanza, l'essere vacante, ma anche “indefinito”, forse. Come il tempo di gennaio che, ad esempio, risulta essere “sospeso tra più realtà”. Ciò farebbe pensare a una Dea del riposo, del vago, dell'ozio nel suo significato più nobile ed antico e all'oblio. Come la neve, sotto alla quale riposa il grano, ricorda la saggezza lombarda. Una tradizione rimasta in vita nei festeggiamenti dei nostri giorni è infatti il lancio del ciambello, legata al grano. Altri festeggiamenti in suo onore venivano svolti come cerimonia d'apertura dell'inverno con dei fuochi, chiamati Vacunalia: l'inverno è tradizionalmente un periodo di riposo e letargia che appartiene alle Madri del gelo e della filatura, in cui si giace nell'utero della Grande Madre, sepolti nel buio terapeutico e rinvigorente e nutriti dal liquido amniotico della Dea, proprio come semi che si nutrono delle acque, nell'oscurità della terra. Perciò i Vacunalia volevano propiziare i raccolti futuri, che sarebbero sorti dai semi dormienti sotto la terra fredda, come del resto avveniva nei numerosi riti antichi legati al culto della luce. — Tratto da L'Antica Dea della Neve e del Gelo dalle Dolomiti all'Appennino, ricerca di Claudia Simone

IV
FEBBRAIO
Luna del Latte
 
Dal 9 Febbraio al 9 Marzo
Luna Nuova 9 Febbraio ore 23:59
Luna piena 24 Febbraio ore 13:30

La ruota lunare continua a girare, scandendo il ciclico tempo divino con i suoi candidi raggi. Questo portale intitola questa nuova lunazione al latte, poiché segue di pochi giorni la antica ricorrenza di Imbolc e delle Dee Madri del Latte, eredi della luminosa Dea Brigid, che secondo le antiche tracce celtiche lasciate sui nostri territori padani e alpini, veniva allattata da una mucca bianca riportando la luce e il nutrimento solare alla terra, addormentata sotto il manto di neve dell'inverno. Questa luna rappresenta la fase d'inizio della primavera, nonché la forza inutilizzata, accumulata nella profondità della grotta dell'inverno, che erompe all'esterno. Il latte rappresenta il nutrimento, ci nutriamo delle prime forze dell'anno della natura, per assaporare l'energia di candidezza che riposava sotto la neve.

“Brigid è colei che a febbraio rianima la terra con il suo soffio divino. La tradizione vuole che Santa Brigida, con la quale è venuto a formarsi un sincretismo con l'antica dea, fosse stata cresciuta da un mago, e che possedesse il potere di trasformare l'acqua del suo bagno in birra, ovunque andasse tutto prosperava dieci volte più del normale: il cibo, le bevande, il bestiame, le verdure. Quando posava le mani sul latte o sull'acqua e recitava una benedizione, il liquido faceva miracoli a quelli che lo bevevano. Brigida aveva anche il "tocco d'oro", legato all'energia solare dell'elemento aureo e al fuoco. Nella società celtica il fuoco, e quindi Brigid, la Dea dei Tre Fuochi, rivestiva un'importanza vitale, sopra il focolare c'era un enorme calderone appeso al soffitto con delle catene di ferro. Esso era il cuore della casa di una famiglia. Un'usanza del primo febbraio, in onore di Brigid, è quella di svolgere le prime pulizie di primavera. La donna più anziana della casa, che rappresenta la dea nel suo aspetto di vecchia, spegne il fuoco nel caminetto, dopodiché quest'ultimo viene ripulito. La fanciulla più giovane invece si mette in aspetto con la dea nella sua forma bambina e, vestita di bianco, porta sul capo una corona di candele accese, similmente alla portatrice di luce Santa Lucia, con la quale probabilmente Brigid condivide le radici preindoeuropee del culto della luce... La fanciulla accende un nuovo fuoco nel caminetto vergine, celebrando così la primavera nascente dove tutto ciò che è vecchio viene rinnovato. Un antico rituale della nobile civiltà vedica, che visse tra il II e il I millennio a.c. e che ha tracciato le radici dell'Induismo, prevedeva che ogni mattina si versasse del latte sul fuoco, a simboleggiare l'incontro tra la materia ctonia e quella solare. Anche se le due tradizioni sono lontane a livello geografico, l'antico che le abita è comune”. — Tratto da Brigid e Il Latte di Imbolc, Alle Origini del Culto Celtico delle Luci, Ricerca di Claudia (Rosaspina) Simone

V
MARZO
Luna dei Semi, Luna dei Germogli, Luna del Risveglio
 
Dal 10 Marzo al 7 Aprile
Luna Nuova 10 Marzo ore 11:00
Luna Piena 25 Marzo ore 09:00

Durante la quinta lunazione dell'anno antico assistiamo alle prime fioriture: i semi vengono interrati, amati e nutriti, e i primi germogli e gemme incominciano a cibarsi del sole, in cerca di nutrimento e calore. Questa è una luna gioiosa, che segna i nuovi inizi, la pregustazione di ciò che di nuovo nasce e incomincia a crescere, in seno alla Grande Madre del nutrimento, che incomincia il suo viaggio che inverdisce la terra, riemergendo dalla grotta oscura. In questo periodo cade l'Equinozio di Primavera, rispettivamente il 20 marzo 2024.

VI
APRILE
Luna della Lepre, Luna dell'Uovo, Luna dei Fiori, Luna della Rinascita
 
Dall' 8 Aprile al 7 Maggio
Luna Nuova 8 Aprile ore 19:21
Luna Piena 24 Aprile ore  00:49

Siamo nel tempo della sesta luna dell'anno antico, che indicativamente segue l'Equinozio di Primavera e che porta con sé il simbolo dell'uovo, considerato fin dai miti primitivi di dietrologia asiatica, ereditati dalle mitologie mediterranee fino all'estremo Nord, il microcosmo di un universo compiuto, ovvero recante il segreto stesso della prima creazione. L'animale sacro di questo periodo è la lepre, simbolo della luna e del costante rinnovamento della vita. Nella zona alpina, ma anche nel resto dell'Europa Occidentale con tutte le sue tradizioni femminili legate ai misteri della stregoneria ci sono leggende sulle donne lepri che di notte visiterebbero la luna, con la quale sono intimamente connesse. Le lepri sono infatti animali tipicamente notturni, conoscono l'oscurità e non la temono, per questo possono essere utili oracoli di ricerca per le streghe smarrite nel buio, quello che incontrano nella natura o quello che abita in loro stesse. Un’altra figura di rilievo in questa lunazione è quella della fata, lo spirito guardiano della natura che è possibile incominciare a incontrare. La pianta del periodo è la menta piperita, con la quale potrebbe essere possibile invocarne la presenza, oppure utilizzando formule magiche legate alle primule, così dette perché sono tra le prime a fiorire. Ogni essere fatato è concretamente protetto e celebrato dall'egida di questa lunazione, questo ci invita a riflettere su ciò che è fatato in noi e sui nostri doni, ossia sull'essere profondo e immune al caos del mondo esterno che abita le segrete vie della nostra interiorità: mettiamoci in ascolto della sua voce misteriosa e lasciamoci guidare al sentiero che ci spetta...

VII
MAGGIO
Luna dell'Amore, Luna della Gioia
 

Dall'8 Maggio al 5 Giugno
Luna Nuova 8 Maggio ore 22:55
Luna Piena 23 Maggio ore 14:53

Siamo nel tempo della settima luna dell'anno antico, che cade intorno a Calendimaggio, letteralmente la chiamata di maggio alla fioritura e all'esplosione delle energie e degli impulsi naturali connessi alla manifestazione dell'amore e dell'innamoramento in tutte le sue forme. La figura dominante di questo mese lunare è la sibilla, nonché la presenza oracolare dentro ognuna/o che fa appello alla saggezza antica che ci abita, anche se talvolta assopita. Per risvegliare tale abilità, è possibile ricorrere a rituali acquatici di divinazione, dove specchiarsi nelle acque e riconoscere forme, immagini e pensieri che proiettano necessità e consapevolezze profonde, proprio come facevano le nostre antenate che rispecchiavano le loro parti intime nella luce riflessa dalla luna nelle coppelle, incise sulle rocce preistoriche a scopo rituale. Si possono allietare mente e spirito anche ricorrendo alle erbe magiche tipiche del periodo, ad esempio l'achillea millefoglie, anche chiamata erba delle donne o erba delle ferite. La pianta ha sia poteri curativi che oracolari, e portandone una radice indosso è possibile sviluppare chiaroveggenze. L'animale della settima luna è la civetta, che incarna antiche capacità matriarcali di veggenza, ad esempio è in grado di prevedere in anticipo l'andamento delle stagioni, da cui fa dipendere le sue covate per evitare la sovrappopolazione o la fame. La civetta, così come la sibilla, sono luce nelle tenebre, occhio che vede e percepisce, pur restando nell'ombra, ciò che da altre/i non può essere visto e percepito. La tradizionale Notte di Valpurga, che nella zona alpina bavarese viene identificata in un periodo più lungo e quindi di più notti, le notti dell'oracolo vengono chiamate Losnächte, dal verbo tedesco losen o lusen, che significa proprio ascoltare. Mettersi dunque in ascolto di una voce sibillina e profetica che vive in noi, poichè solo lei sa dove andare e che cosa fare per il nostro bene più grande, al fine di riporre il nostro serbatoio d'amore nei luoghi e nelle persone che realmente fanno per noi.

VIII
GIUGNO
Luna delle Fate, Luna dell'Ispirazione
 
Dal 6 Giugno al 4 Luglio
Luna Nuova 6 Giugno ore 13:38
Luna Piena 22 Giugno ore 02:08

Siamo nel tempo dell'ottava luna dell'anno antico, che è la prosecuzione dell'energia amorosa della fioritura della lunazione precedente. La figura dominante di questo mese lunare è la sfinge, nonché l'eterno enigma della “mobile immobilità” che si dispiega dentro di noi. Per entrare in contatto con la domanda profonda che ci abita - la quale spesso viene consapevolmente od inconsapevolmente evitata - è possibile ricorrere a rituali di visualizzazione, dove recarsi, ad un livello astrale, tra i luoghi intangibili a cui la nostra anima appartiene, proprio come facevano le nostre antenate, che scrutavano l'oracolo della sfinge o di altre figure mitologiche dal tratto araldico, per giungere alla soglia della "saggezza fiorita". Ognuna/o, in questo momento lunare dell'anno, potrebbe accedere allo spazio fiorito che la/lo abita, e fare visita a quel nume incorruttibile che vi cammina all'interno. Ma invece che assecondare il chiacchiericcio dei propri pensieri, ognuna/o dovrebbe ascoltare la domanda che gli/le viene posta dalla voce di quella presenza, quella "sfinge interiore" che è l'anima e che, in questo periodo, potrebbe mimetizzarsi tra i petali di una rosa rampicante o tra i sussurri del vento. Il messaggio verde di questa luna giunge dalla felce che, insieme all'equiseto, è annoverata come pianta più antica della terra. La felce, che non ha bisogno di fecondazione, poiché lascia cadere le sue spore da cui ne nascono di nuove, ci insegna l'arte dell'inviolabilità. A differenza dell'essere umano, infatti, ha mantenuto intatta la sua essenza per migliaia di anni, nonostante i contrasti di un mondo in continuo mutamento. La felce - detta anche “quercina”, poiché nella varietà “Polypodium” vive, come arboricola, anche su diverse specie di quercia - scaccia via parassiti, entità che minacciano il mantenimento della luce interiore ed energie stagnanti, e dona inoltre armonia all'anima - che grazie al consulto con la sfinge interiore si sente centrata nella sua missione - e saggezza profonda. Mettersi dunque in ascolto della domanda, più che alla ricerca della risposta, e avere fiducia nella danza che anima l'invisibile movimento di ciò che sembra immobile...

IX
LUGLIO
Luna del Fulmine, Luna del Meriggio, Luna della Luce, Luna della Forza
 
Dal 5 Luglio al 3 Agosto
Luna Nuova 5 Luglio ore 23:57
Luna Piena 21 Luglio ore 11:17

Siamo nel tempo della nona luna dell'anno antico, che ho voluto mantenere con il suo nome originale, che richiama l’incandescenza del meriggio, nonché l’unione delle energie acquatiche, ctonie e quelle solari e diurne, tipiche del tempo che ci apprestiamo a varcare, oltre la soglia del solstizio d’estate. Questo incarna, in effetti, non solo l’esplosione del calore dell’oro solare, ma anche la soglia dell’oscurità: dove la luce è al suo culmine, il potere dell’ombra è fortissimo, in relazione alla forza del suo opposto. Il tema di questa lunazione è, in effetti, l’unione degli inconciliabili – tema alchemico di rilievo, affrontato da C.G. Jung nella celebre opera Psicologia e Alchimia, che riprende un motivo già presente nell'India Vedica. Le creature elementali acquatiche, che incarnano tale coniunctio oppositorum – l’oro del sole al meriggio, e l’argento della luna sul pelo dell'acqua di notte – sono pronte a donarci i loro segreti arcani, ed è proprio in questo periodo che, soprattutto le Ninfe delle acque, intercedono fra noi e la madre acquatica primigenia, che reclama la nostra rispettiva unione con entrambi i suoi aspetti, dove lo scopo è anche trascenderli, superarli. Mai come in questo periodo possono essere sperimentati entrambi, soprattutto al plenilunio dove l’ideale sarebbe nuotare nel raggio luminoso che la luna disegna sulle acque, assorbendone l’argento solenne, offrendosi all’acqua come a volersi abbandonare ad essa, sapendo che, comunque faremo e, nonostante le nostre resistenze, lei accompagna, accoglie ma, soprattutto, restituisce e ci restituisce a ciò che ci appartiene, alla fonte che ci è propria. A questa lunazione appartengono l’artemisia, che in tedesco si dice Sonnwendgürtel – die Sonne è, in effetti, il sole – e tutte le creature acquatiche, ad esempio il delfino, simbolo dell’oracolo di Delfi e animale sacro della dea mesopotamica Tiamat, che presiede il periodo. L’animale ci invita a sviluppare telepatia con le acque che ci abitano, nonché trasferendo questa armonia anche alle altre persone: da una acqua all’altra acqua, consapevoli che nulla è veramente separato e che, la telepatia, arte sviluppata dai delfini – ormai evidenza scientifica nel funzionamento del cervello dei delfini – è realmente possibile, quando si colgono i doni della imprevista ed evidente sincronicità...

X
AGOSTO
Luna del Grano, Luna del Raccolto, Luna del Riposo
 
Dal 4 Agosto al 2 Settembre
Luna Nuova 4 Agosto ore 12:13
Luna Piena 19 Agosto ore 19:26

La lunazione di agosto è una lunazione anzitutto di riposo, connessa ai misteri della Madre del Gelo, venuta a identificarsi per sincretismo nella figura della Madonna della Neve, ricordata specialmente a Roma ma anche in leggende dolomitiche e lombarde proprio tra il 4 e il 5 agosto.
Questa figura è, con tutta probabilità e sulla base di sincretismi che riguardano sia le aree di culto che il corredo e i festeggiamenti a essa legati, erede della dea Sabina Vacùna (dal latino “vacare”, ossia viaggiare o essere vuoto, vacuo, dal significato nascosto) una dea madre preromana dagli attributi ancora avvolti nel mistero, a cui erano titolati antichi riti agresti di origine pagana legati al bestiame (ai tori in particolare) e al grano, i Vacùnalia, che simbolicamente segnavano oltre che i festeggiamenti del raccolto e quindi la gioia del meritato riposo dal lavoro nei campi, la fine dell'estate e l'entrata nella stagione fredda, con i fuochi d'inverno.
Tale dea, connessa in particolar modo alle Matronae, alle dee di raccolto e soprattutto al sembiante boomorfo della dea del campo di grano Iside Sochit/Sochet nella quale affondano le radici anche i misteri di Demetra e Persefone, (Vacùna potrebbe inoltre essere connessa anche alla etimologia del termine vaccino, e quindi al latte e ai pascoli) appare nelle leggende legate a una nevicata miracolosa avvenuta all'incirca i primi giorni di Agosto, dove sarebbe intervenuta, ricoprendo i campi con una inaspettata nevicata estiva, in numerosi racconti regionali italiani (che tutt'ora animano il sentimento delle genti di campagna che vivono presso le pievi dedicate a Madonna della Neve), punendo coloro che, anziché fermarsi a contemplare il frutto del proprio lavoro, avrebbero continuato a lavorare nel giorno in cui lei dettò l'ordine di riposare.
Ma questa prima luna agustina è anche connessa al fuoco e al potere che una mente focalizzata e conscia di sé può esercitare su di esso.
La luna del raccolto è infatti anche sotto la egida delle “Menadi” (dal greco Maenădes,“entro in furore”(1)) scacciate dalla mitologia greca in quanto vergini arcaiche, danzatrici selvatiche e originariamente indomabili, per essere sostituite dalle baccanti, nonché sottomesse al dio del vino Bacco.
Un segreto culto dionisiaco del fungo (Amanita muscaria) sarebbe infatti stato trasmesso agli Achei di Argo dai nativi Pelasgi (che già veneravano la dea Bianca dell'orzo e del grano) (2).
A Dioniso (e al corteo di satiri, menadi e sileni che portava al seguito) erano sacri i “Mystēria” che probabilmente significa “lo spuntare delle amanite”, funghi noti come ambrosia (il cibo degli dèi) (2) a cui appartengono tra le specie più velenose e mortali ma anche la Amanita caesarea, il miglior fungo commestibile tra quelli europei.
Le amanite spuntano in effetti in estate e autunno...
A ogni modo, sono molti i modi per raggiungere quel particolare stato di coscienza che conduce alla estasi sacra, l'assunzione di certe sostanze (attribuita alle Menadi) è stato ed è ritenuto solo uno dei mezzi di accesso.
Le danze svolte sotto l'egida di questa lunazione e nei festeggiamenti legati al raccolto e alla abbondanza donata a piene mani dalle Madri di raccolto (le Matronae) precedono l'estasi e la provocano (3).
Incarnazione del puro spirito dionisiaco – estatico e imprevedibile – le Menadi, femmine selvagge, insegnano a muoversi nella danza come nell’interiorità a somiglianza del fuoco, capace sia di essere flebile e gentile sullo stoppino di una candela, sia violento e divampare in un incendio.
Secoli di demonizzazione della donna e delle emozioni – che via via sono state attribuite a una natura ctonia e quindi presumibilmente femminile e per questo ritenute frutto da correggere – hanno insegnato a scinderci dal fuoco e a non assomigliargli (delicato e divampante al contempo).
Con tutta probabilità una menade in preda al suo fuoco interiore, ancora capace, ai giorni nostri, di viverlo e canalizzarlo senza vergogna, potrebbe essere definita da un uomo o da una donna nei quali è radicato un atteggiamento patriarcale nei confronti delle emozioni e delle relazioni, pazza od addirittura posseduta da qualche forza negativa da allontanare assolutamente.
Questa luna estiva, selvaggia e indomita come il calore che la impregna, vuole invece riportarci a una interpretazione sana e vivificante delle emozioni.
Convinti e convinte che sia giusto reprimerle (le emozioni), dunque acquietarle, si dimentica che, invece, giungono come una fiamma lucente dell’anima che ha la funzione di un importante navigatore sul sentiero.
Inascoltato o male interpretato, quel fuoco che sorge e sfavilla dentro, non farà che aumentare in calore e intensità, fino ad essere (a quel punto davvero) incontenibile e pericoloso per sé e per chi sta intorno.
La luna guidata dalla menade chiede di sedersi davanti a quelle emozioni, mettere le mani (per quanto scottante) nel loro messaggio – che fluisce nel corpo attraverso qualsiasi forma di creatività e la danza – senza pretendere di guarirle o allontanarle.
La grande perturbazione della (in)coscienza collettiva, di questi tempi, sta proprio nel voler risolvere, guarire, “sistemare le emozioni” affinché tutto vada nel verso che si ritiene giusto: si vuole a tutti i costi sentirsi bene subito, ricorrendo, ad esempio, con sempre più leggerezza a farmaci (antidepressivi fra gli altri) che inibiscono il contatto con quel fuoco, filtrandone l’incognita – diventata insostenibile per molte e molti – così il messaggio che reca, sempre più inaccessibile.
Accogliere le menadi davanti al proprio fuoco (sia esso un alto falò acceso nel bosco o una candela vegliata nella solitudine appartata della casa) vuol dire riconoscere che si è anche questo e non sopprimerlo.
La rabbia, incandescente fuoco emotivo, talvolta divampa e distrugge ciò che deve essere distrutto: si può subirla o farne qualcosa.
Ad esempio potrebbe essere canalizzata confessando da anima ad anima tutto ciò che si ha sempre voluto dire a una persona (veicolando il messaggio verso l’entità astrale che la tutela, se non si vuol parlarle apertamente) oppure irrorarne l'intento all’interno di un calderoncino, dove bruciare, insieme alle prime erbe del raccolto o a quelle che si preferiscono un biglietto, su cui si avrà scritto tutto ciò che si ritiene debba sapere.
Al fuoco si potrebbero condifare anche tutte quelle manifestazioni raccolte durante l'anno che si vorrebbero cambiare, chiedendo di vivere le emozioni con più coscienza per l'anno successivo e dirigere così il nuovo raccolto.
L’animale tipico di questa lunazione è il gatto – selvatico e indomabile come le menadi, soggetto a veri e propri momenti “deliranti” – mentre la pianta sacra consigliata per ricominciare a dirigere i sentimenti verso il fuoco che nutre e vivifica è la rosa canina, legata all’elemento in quanto il suo frutto (la coccola) contiene vitamina C, riduce la febbre e rafforza il cuore e la circolazione sanguigna.
Questo sarà utile a prepararsi alla stagione che verrà, a patto di concedersi le danze, i festeggiamenti ma, soprattutto, il sacrosanto riposo...

XI
SETTEMBRE
Luna della Melagrana, Luna delle Mele, Luna dell'Abbondanza, Luna della Saggezza
 
Dal 3 Settembre al 1 Ottobre
Luna Nuova 3 Settembre ore 02:56
Luna Piena 18 Settembre ore 03:34

Questa luna settembrina è connessa al respiro, al sussurro, e al potere della traccia che le parole lasciano, non solo quando vengono scritte, ma anche e soprattutto quando trasmettono la loro informazione alle vibrazioni interne ed esterne attraverso i pensieri, che possono essere consci – e, quindi, espressi con parole di equilibrio e saggezza – oppure inconsci, di conseguenza tendere a un «logos» caotico e dispersivo. Settembre, con la sua lunazione novella, ci invita ad assopirci in discorsi sempre più lieti e essenziali, tipici delle fanciulle oracolari sottili che vivono nelle manifestazioni della natura che si esprimono in autunno, dove la realtà fisica e quella intangibile sospendono, in alcuni momenti che poche/i fortunati possono percepire, i loro confini. L'animale della lunazione corrente è l'aquila, che trascende la superficialità, ha chiara e alta la vista, e vive appieno la solitudine. Questa luna ci invita inoltre ad appoggiare lo sguardo sui frutti delle nostre scelte e azioni passate, senza dirci nulla, senza rimproverarci o rimuginare, ma prendendo atto di ciò che è, e in che misura abbiamo contribuito a crearlo. Nelle melagrane vivide e accese – che altro non sono che “mele con i grani” – e nelle mele succose da cui, se tagliate a metà, emerge una stella a cinque punte e che sono i tipici frutti del raccolto di questo periodo che apre i cancelli dell’autunno, è possibile osservare il nostro stesso cuore, riconoscendo al suo interno tutta la luce stellare necessaria ad affrontare la discesa verso i reami oscuri che attendono. Come Persefone che, nel mito greco primitivo, non contaminato dal patriarcato, non subisce alcun ratto, semai, sceglie per se stessa l’onorevole vocazione di attraversare l’oscurità che sente propria per abbracciare, incoraggiare e guidare le anime dei defunti fino a nuovo ordine stagionale, gettando sua madre Demetra (reminiscenza di Iside “Stella Maris” e delle messi), e la terra tutta nella foschia della stagione fredda. Si può restare in superficie e continuare a fare ciò che si ha fatto, così che nulla mai cambi. Oppure, si può assecondare la discesa cui la figlia della terra ci invita, e scoprire dove vogliono accompagnarci le nostre ombre, i nostri morti...

XII
OTTOBRE
Luna del Sangue, Luna della Antenate, Luna della Soglia
 
Dal 2 Ottobre al 31 Ottobre
Luna Nuova 2 Ottobre 19:49
Luna Piena 17 Ottobre ore 12:26

Questa è una delle lunazioni più intense, di cui fare esperienza dentro di sé, poiché, a mano a mano che le nebbie si faranno più alte e fitte, e l’oscurità autunnale avvolgerà ogni cosa, il contatto con l’interiorità sarà inevitabile. Questo è il tempo delle antenate e degli antenati, prima assopiti nella memoria, ora trovano portali sottili da attraversare, mostrandoci i nostri lati più atavici e oscuri, ma anche saggi e antichi. Ogni «strega ereditaria», o seguace delle religioni neopagane (nelle quali vivono, inevitabilmente, le reminiscenze del culto delle Grandi Madri della Europa Antica, in questo periodo vivide, soprattutto, nei loro aspetti lunari), trae potere e conoscenza soprattutto dal DNA e dall’ incanto – che significa canto interno, voce che viene da dentro – che le antenate hanno sperimentato prima di lei, in un susseguirsi di usanze, gestualità e tradizioni che, a catena, riconducono alla energia cosmica della notte dei tempi. Durante questa ultima luna, quella energia primigenia si riversa completamente in noi, dal gorgo oscuro delle memorie, e cammina attraverso numerose entità sottili tra le mura di casa e nelle manifestazioni naturali e animali, che sentiremo più vicine e tangibili, risvegliando una animalità e una selvatichezza che appartiene alle nostre radici. In questo periodo è possibile sentire la presenza delle Madri oscure, quali Lilith, Ecate ed Hel, a seconda della propria esperienza col mito o ispirate al proprio retaggio naturale o discendenza. Gli animali della luna del sangue sono i sauri, e il famigerato drago. Il mito secondo cui il «sangue di drago» donerebbe l’invulnerabilità, deriva dalla pratica antica di utilizzare il sangue mestruale per entrare in contatto con le ave.

XIII
TREDICESIMA LUNA
Luna senza Nome, Luna senza tempo, Luna Arcana

La seconda luna piena che cade all'interno di un mese, è la “Tredicesima Luna” (anche chiamata Luna Blu, da non confondere con la omonima che si verifica alla terza Luna Piena di una stagione astronomica che ne ospita quattro).
La Tredicesima Luna è un evento che dovrebbe avvenire ogni 3-5 anni, solamente nei giorni 30 o 31 del mese fatta rara eccezione. Esattamente come le isole “iperboree” delle donne, delle fate o delle sirene testimoniate dagli studiosi antichi – che, come visto nei numerosi saggi de L'Antro di Claudia sono un “topos” che unisce i racconti di tutte le isole magiche “dell’altrove”, che si incrociano nei miti delle origini che si sono spostati dalla culla mesopotamica al resto dell’Europa e del mondo, in un continuum giunto alle più moderne e commerciali interpretazioni degli stessi – le “lune tredicesime”, appartengono a ovunque e a nessun luogo, appaiono e scompaiono oltre le porte del tempo e dell’ordinario, donando la loro magia appartenente a un Regno Altro, a coloro in grado di uscire dagli schemi e da qualsivoglia presunta tradizione di appartenenza. 
La Tredicesima Luna, così il suo retaggio, chiama ognuna a se stessa. Il suo periodo, che io considero più una entità arcana che una forza, è a ogni modo anche un momento simbolico. Questo è infatti il tempo sacro del guardare indietro – se ci pensate, in questi giorni viene spontaneo – e raccogliere il filo di Arianna srotolato alle spalle, insieme alle proprie forze, e a ciò che si ha donato lungo l’anno passato, riappropriandosi così di sé stesse. È tempo di fare ciò che si sente di fare davvero, piuttosto che ciò che si aveva programmato di fare. È tempo di rivedere le cose, torcere la corda della Via Lattea in direzione delle proprie intuizioni profonde – anche se ci si sente un po’ emarginate, e cariche di nuove responsabilità, nel sentire e vedere, quasi sempre da sole, ciò di cui altre/i non hanno reminiscenza.
Poiché la Tredicesima Luna ci ha scelte, ha scelto noi.

*****

Note

(1) Treccani
(2) Robert Graves, La Dea Bianca, La Battaglia degli Alberi, p. 52, Gli Adelphi
(3) Luisa Francia, Le Tredici Lune, Le Civette di Venexia, 2011 (pp. 87-94)

Bibliografia

I nomi delle lunazioni sono ispirati agli studi degli ultimi sette anni, proposti e approfonditi all'interno del portale di ricerca, portavoce di una tradizione animista ancestrale che è venuta a delinearsi naturalmente, seguendo il filo logico delle Madri, e di quelli che, un tempo, potrebbero essere stati i loro riti e usanze. Tali nomi sono stati confrontati e in alcuni casi accostati poiché simili, a quelli utilizzati dalla ben nota Agenda delle Streghe della Llewllyn Books. L'ispirazione a creare e condividere il presente lunario nella forma qui presentata, suddivisa in Tredici Lunazioni, giunge invece dalla analisi del testo Le Tredici Lune di Luisa Francia, Casa Editrice Le Civette di Venexia, alle cui riflessioni mi sono ispirata solo per brevi cenni.

Crediti fotografia: Pinterest di artista ignoto/a

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