La Madonna del Latte e l'Unicorno



Questo breve articolo desidera donare a chi si sentisse smarrita o smarrito dinnanzi all'iconografia delle Madonne del Latte qualche breve e umile delucidazione su ciò che effettivamente si cela (o potrebbe celarsi) dietro a tali antiche e misteriose figure femminili immortalate nell'atto di allattare.
Ci troviamo quindi di fronte a delle Madri, antiche protettrici delle campagne e delle acque (prevalentemente venerate e quindi riscoperte nelle zone campestri) elargitrici di salute e in alcuni casi anche di miracoli. 
A tal proposito si vedano le altre ricerche, di cui qui riporto solo brevi cenni utili ad inquadrare in breve e in modo semplice l'argomento.
Si specifica che le Madonne del Latte che ci sono pervenute (anche quando la datazione è ignota) sono da considerarsi tutte precedenti alla metà del Cinquecento, poiché fu proprio tra il 1545 e il 1563 che attraverso il Concilio Ecumenico di Trento la Chiesa Cattolica decise di vietarle, poiché, essendo a detta loro immagini di natura sensuale, non consone alla retta condotta cristiana, avrebbero potuto risvegliare energie telluriche (considerate basse, sporche e sbagliate) nei fedeli. 
Il documento atto a decretare tale assurdo provvedimento, volto a nascondere, impoverire e ridurre a vergognoso il corpo della donna, venne chiamato De invocatione, veneratione, et reliquiis sanctorum et sacris imaginibus.


Il Culto del Latte 

La Madonna del Latte è una iconografia cristiana nella quale si cela, avvolto da salvifica e nutriente magia, l'antico volto delle Matronae, Dee nutrici primigenie, Madri Sempiterne, venerate all'incirca tra il I e il V sec. nelle zone della Gallia Cisalpina e Transalpina, responsabili dell'abbondanza della vegetazione rigogliosa, originarie figure nutrici di riferimento delle donne, che si affidavano al loro culto come ad una presenza in grado di intercedere fra loro e l'allattamento dei piccoli, che probabilmente veniva propiziato in seno alle madri in quanto ne avrebbero benedetto e facilitato il nutrimento. 
Del resto, ogni liquido è acqua e ogni acqua è latte(1) e, l'acqua, era ed è per eccellenza l'elemento più sacro alle Matronae.
A loro venivano consacrate grotte e fonti
La sacra umidità primigenia stillante dal corpo della terra madre, fonte perenne di forme vitali, era fra l'altro il centro dei culti arcaici già nell'Europa neolitica preindoeuropea(1)
Le Madonne del Latte, dunque, erano  (e vogliamo credere lo siano ancora) uterus zampillante che custodisce e secerne, attraverso i loro seni prosperi, il liquido della sacralità propria alla Dea Madre stessa, nonché la capacità magica, inspiegabile, insuperabile da qualsivoglia moderna invenzione, di generare il liquido più puro e alessifarmacologico che sia mai esistito sulla terra: il latte materno.

Il Latte e l'Unicorno


Ho precisato il termine alessifarmacologico non a caso, poiché, citando il medico tedesco Friedrich Hoffmann (Halle, 1660-1742) 
Ogni latte è saluberrima e optima medicina”, in particolare quello di asina(2) (se si esclude, ovviamente il latte femminile umano) e questo non può che far risalire ad antiche simbologie indiane che volevano nella figura dell'asina la presenza dell'unicorno(3), animale (così ci è stato riferito da Ctesia, prima fonte letteraria occidentale contenente un riferimento all'unicorno) di natura apotropaica per eccellenza, dal cui corno sgorgava probabilmente un invisibile siero/latte purissimo, capace di guarire le ferite anche laddove non v'era più speranza. 
E non è forse, l'unicorno, da identificarsi nella purezza, nella selvatichezza e nell'indomabilità del femminile primigenio e nel latte stesso che da esso si propaga tra le fibre dell'umanità da tempo immemore, guarendo, ed elargendo doni di rigenerazione? 
Si trovano mitemi legati al Ciclo dell'Unicorno (creatura ribelle, unica e indipendente per eccellenza, la sola a non essere salita sull'arca di Noè insieme agli altri animali) nel mondo classico pagano e cristiano, in quello islamico, nella cristianità medievale fino al pieno Rinascimento e addirittura nell'India hindu, nel buddhismo indiano, tibetano e cinese fino ad arrivare al Giappone, così come era presente nell'antico Iran e nella Mesopotamia di Gilgameš(3). 
Tutt'oggi il latte di asina è altamente rinomato, e non è un segreto che la regina Cleopatra vi si immergesse con solennità, probabilmente più per propiziare la propria salute e il contatto col femminile sacro (che nel candore del latte si incarna più che in ogni altro liquido secreto in natura) che per stimolare la sua bellezza esteriore, a differenza di quanto forse non troppo precisamente ci è stato trasmesso. 
A ogni modo, a prescindere dalle mie azzardate illazioni personali; sappiamo che grotte del latte, fonti lattaie, pietre lattaiole, si celano nel folto dei boschi di querce sacre in veste di antichi santuari della lattazione(2) propri alle madri sin dall'era arcaica e le Madonne del Latte cristiane, altro non sono che la versione cristiano-cattolica creata allo scopo di donare continuità, ma anche di ripristinare la funzione degli antichi culti lattiferi propri alle antiche custodi dei boschi e delle acque sorgive, le Matronae, di cui si trovano evidenze del culto nella nostra Pianura Padana assieme a iscrizioni proto-runiche (celtiche) e cippi votivi della Diana preromana. 
Tali grotte e sorgenti, vennero a poco a poco poste sotto la protezione di nuove figure, dapprima, nel caso dell'antica religione laziale, passarono sotto la supervisione di Giunone Lucina (Dea romana protettrice delle partorienti, in realtà reminiscenza delle dee di luce e fortuna preindoeuropee) e in seguito passarono alla tutela della Vergine Maria e di altre sante, in particolare Sant'Anna(2), erede, peraltro, delle Antiche Dame del Lago, guardiane delle acque dolci e protettrici dei naviganti.
Una statua di Sant'Anna è eretta ad Arona, sul Lungolago, a vigilare sulle acque.

L'Antica Religione delle Acque e i Culti Lattogeni

La Madonna del Latte, o galactotrofusa, Madonna lactans o virgo lactans in latino, è pertanto profondamente legata non solo al latte, ma all'acqua stessa e di conseguenza a tutto ciò che è fluido permanens in natura. 
Qualunque sia l'epiteto che le si voglia attribuire, a ogni modo, la storia, le fonti, i percorsi di ricercatori e ricercatrici, uniti alle più profonde e personali intuizioni, non possono che portare a una sola e unica conclusione, e cioè che l'antica Religione delle Acque, nonché i culti lattogeni, si sono intrecciati nel delicato abito che ha permesso alla Dea Madre (seppure vestita di un nuovo volto) di sopravvivere e giungere a noi, in quanto dispensatrice o fonte, vaso mamillato, benevola distributrice di vita, il cui culto si estese, in età neolitica, dall'Atlantico alle pianure sarmatiche, riuscendo a superare anche l'invasione indoeuropea documentata e dimostrata dalla mirabile ricostruzione della paleontologa lituana Marija Gimbutas(1), ai cui studi (soprattutto iconografici) a parer mio dobbiamo davvero molto.

Latte e sangue

Il filo conduttore creato e dispiegato da Piero Camporesi ne Le Vie del Latte ci ricorda, inoltre, che sin dai tempi più antichi il latte è stato fatto coincidere con il sangue e questo è senz'altro un topos che ha attraversato i più svariati e apparentemente lontani culti femminili che sottostanno all'intero universo cultuale del mondo dall'antichità ad oggi.
Ciò fa pensare al contatto viscerale, diretto, se vogliamo anche oscuro, che v'è tra l'essere umano e il sacro nutrimento della Terra Madre, dai cui seni, attraverso le Madri del Latte, viene stillata l'energia stessa della vita.
La natura si dà ella stessa la cura di preparare ed elargire i suoi farmaci, che deposita in serbatoti che s'è compiaciuta d'abbellire(1). 
Tali serbatoi naturali di vita, del latte zampillante che sgorga dagli anfratti della creazione, secreto nella misteriosa caverna cosmica di cui il Sacro Femminino è sia artifex che custode, altro non sono che i seni delle Madri, delle donne, delle Madonne del Latte. 
È  nel latte, pertanto, che si designa il seducente richiamo del fluido lunare che sgorga dal microcosmo femminile(1), nel quale è iscritta e preformata l'immagine stessa del futuro dei nascituri e di conseguenza dell'intera umanità. 
L'assunzione del latte è pertanto, a mio avviso, il ponte di contatto più puro e diretto che si possa instaurare con la Madre, la quale, attraverso i suoi seni sprizzanti di salvifico liquido bianco, ci informa di se stessa, fluendo nelle periferie del nostro corpo come in quelle dell'anima. 
Come ci ricordano le parole di Osho nel libro Ricominciare da sé, l'assunzione o meno del latte materno nei primi momenti di vita del neonato, potrebbe essere fatale per il suo buon destino, poiché inciderà per sempre sulla sua capacità di riconnessione ai centri energetici del corpo. Se si pensa, del resto, che il regimen alimentare di moda di questi tempi è  imbevuto di estremismi che insinuano nella mente fondamentalismi salutistici creati da esperti improvvisati(1) ( i quali, spesso, si accaniscono contro il consumo di qualunque alimento di origine animale) allora appare chiaro il mondo snaturato, sempre più distaccato dalle sue radici ataviche verso cui si sta andando in contro, probabilmente perché artificialità e innaturalità sono sempre più ambite, esattamente come i personaggi degenerati, soprattutto politici o dello spettacolo, che ne divulgano l'oscura trama infestante…

Conclusioni

Naturalmente qui si è detto tutto e niente riguardo alle Madri del Latte, di cui sono certa non si finirà mai di parlare, poiché ogni esplorazione sulle loro tracce è sempre foriera di nuove e più raffinate rivelazioni. 
Ogni Madre del Latte è unica, una dolce voce singolare che insieme a quella delle altre forma una eco, una magica armonizzazione femminile dal radioso e nutriente richiamo. 
Mi riservo di aggiungere, modificare od eliminare le riflessioni ivi contenute, se e quando, sulla via di nuove interpretazioni, dovessero rivelarsi imprecise o del tutto scorrette.


Bibliografia e sitografia 


(1) Piero Camporesi, Le Vie del Latte - dalla Padania alla steppa, pag. 7, Garzanti Edizioni
(2) Sulle Dee Matronae si consulti Tracce Celtiche, di Marco Fulvio Barozzi, Edizioni della Terra di Mezzo capitolo pag. 109; Angera. La Danza delle Fate; e la mia ricerca intitolata Il Culto delle Matronae
(3) Il Ciclo dell'Unicorno, Marco Restelli, Miti d'Oriente e d'Occidente, Saggi Marsilio

Crediti fotografia: Agostino Clerici, la Madonna del Latte di Ponzate (CO)

Commenti

Il Portale vi da il Benvenuto...


“Accogli il richiamo e sussurra alla via, sovente celata da bruma o foschia. Segui il sentiero, non ti voltare e al tuo risveglio saprai ricordare”.

Oracolo

Libro delle Firme

Ospiti in Visita

Nuovi articoli

Titoli in Luce

Con Tanti Nomi

Le Sirene, Miti e Rivelazioni Alchemiche dalle Origini

Biografia dell'Autrice

Il Solstizio d'Estate e La Magia del Mezzogiorno

Le Tredici Lune dell'Anno Antico

Sentiero di Strega

La Leggenda della bella Sesia e il Gigante Fenera


Crediti

L'Antro di Luce, ricerche dal 2018 al 2025. Portale di Magia, Culto Lunare-Dianico, Etimologia e Mitologia comparate. Studio della Tradizione, Fiabe e Leggende nelle loro versioni più pure e antiche. Sito web creato e gestito da Claudia Lucina Simone. Tutti i Diritti Riservati. La riproduzione anche parziale di qualsiasi contenuto senza il consenso scritto dell'autrice sarà punita secondo le norme di legge. Illustrazioni di Octonimoes, Deviantart.