L’Arte della Levatrice – “levàre”, dal latino “lèvis”, ossia “render leggero”,”rimuovere”, è collegata all’Arte della Maièutica – dal greco “μαιευτική” (τέχνη), che significa “arte ostetrica”, nonché ostetricia, oppure definiva direttamente la mamma o la levatrice.
È stato un celebre filosofo antico a me caro, Platone, a divulgare l’Arte della Maieutica di cui si serviva Socrate, suo inestimabile maestro, per far partorire il sapere dall’anima dei suoi allievi.
Ispirato al fatto che proprio sua madre era stata un’ostetrica, Socrate affermava di svolgere in fin dei conti la stessa attività della madre (solo che a venire alla luce, in questo caso, erano le anime bambine).
Questo metodo di apprendimento, meglio noto come Metodo Socratico, ci ricorda che il concetto del partorire non riguarda soltanto far nascere i bambini ma, al contrario, per utilizzare le parole dell’archeologa dell’immaginario Luisella Vèroli, dobbiamo calarci nell’idea di un femminile incinto di mondi in divenire e considerare la maieutica come l’arte di partorire idee, progetti, opere, che letteralmente “vengono alla luce” per mezzo di noi, esattamente come il Lapis – nonché fantomatica pietra filosofale degli alchimisti medievali – è il risultato del “parto” che deriva dal conseguimento dell’opus alchemico che si concretizza nel raggiungimento di quell’ “aurum non vulgi” – oro non comune – che sta a rappresentare il compimento dell’opera trasformativa che fa “lèvare”, nonché destare l’Artifex (l'artista/artefice) dal buio della materia informe per condurlo alla “verità”, mettendolo così in diretta connessione con essa in quello spazio interiore all’interno del quale gli è concesso di progredire sul sentiero (spesso buio, umido e tortuoso) che porta all’Individuazione del Sé ,nella cavità uterina che caratterizza la caverna dell’inconscio e riceverne intuizioni numinose (per loro stessa natura inconciliabili con una vita dedita a un regime religioso e/o spirituale dogmatico, patriarcale e fideistico).
È stato un celebre filosofo antico a me caro, Platone, a divulgare l’Arte della Maieutica di cui si serviva Socrate, suo inestimabile maestro, per far partorire il sapere dall’anima dei suoi allievi.
Ispirato al fatto che proprio sua madre era stata un’ostetrica, Socrate affermava di svolgere in fin dei conti la stessa attività della madre (solo che a venire alla luce, in questo caso, erano le anime bambine).
Questo metodo di apprendimento, meglio noto come Metodo Socratico, ci ricorda che il concetto del partorire non riguarda soltanto far nascere i bambini ma, al contrario, per utilizzare le parole dell’archeologa dell’immaginario Luisella Vèroli, dobbiamo calarci nell’idea di un femminile incinto di mondi in divenire e considerare la maieutica come l’arte di partorire idee, progetti, opere, che letteralmente “vengono alla luce” per mezzo di noi, esattamente come il Lapis – nonché fantomatica pietra filosofale degli alchimisti medievali – è il risultato del “parto” che deriva dal conseguimento dell’opus alchemico che si concretizza nel raggiungimento di quell’ “aurum non vulgi” – oro non comune – che sta a rappresentare il compimento dell’opera trasformativa che fa “lèvare”, nonché destare l’Artifex (l'artista/artefice) dal buio della materia informe per condurlo alla “verità”, mettendolo così in diretta connessione con essa in quello spazio interiore all’interno del quale gli è concesso di progredire sul sentiero (spesso buio, umido e tortuoso) che porta all’Individuazione del Sé ,nella cavità uterina che caratterizza la caverna dell’inconscio e riceverne intuizioni numinose (per loro stessa natura inconciliabili con una vita dedita a un regime religioso e/o spirituale dogmatico, patriarcale e fideistico).
Bibliografia
(1) Psicologia e Alchimia, C.G. Jung
(2) Dal Cosmo alla Cosmesi – La divina seduzione e l’arte del trucco dalla preistoria al futuro, Luisella Vèroli
(3) Fedro, Platone, Traduzione di Piero Pucci, Edizioni Economia Laterza
Arte di Piero Della Francesca, La Madonna del Parto, Museo della Madonna del Parto, Monterchi(AR)
Commenti
Posta un commento