In un’era dove l'esoterismo e lo studio dell'occulto sono appannaggio di tutti e tutte L'Antro di LUce si fa messaggero di un punto di vista unico nel suo genere. Qui si
cammina una rotta che, per sua stessa natura, necessita di restare in parte
occultata, donando ai visitatori solo alcuni spunti affinché anche loro possano
trovare la propria via, che è sempre unica e segreta.
La parola occulto deriva dal latino “occultus”, che
significa nascosto.
Quelle che pretendono di essere delle scienze che studiano e
si occupano dell'occulto, pertanto, nutrono l'illusione – in sé e nei loro
neofiti, spesso intimoriti e facilmente soggiogabili dai sedicenti insegnanti o
guru che se ne fanno portavoce – di poter dogmatizzare e rendere fruibile
indiscriminatamente ciò che, per necessità intrinseca, nasce per essere segreto.
Ciò non significa che non vi siano mezzi per incrementare la
capacità di vedere ciò che non si vede, ciò che di fatto sta oltre il velo
dell'apparenza delle cose, e senza dubbio tali mezzi potrebbero essere
utilizzati da chiunque si senta chiamata o chiamato, con sincerità d'animo, a
incamminarsi su alcune particolari rotte occulte.
Ma bisogna fare la premessa che se una via è realmente
occulta, e cioè realmente nascosta ad occhi indiscreti, vi è un solo luogo dove
poter trovare accesso ad essa, e il fatto che tale accesso non si trovi in
alcun insegnante improvvisato, in alcuna presunta guida esterna o in alcun
sentiero rivelato, già battuto da qualcun altro, dovrebbe sollevare
enormemente il morale del visitatore sincero che abbia a cuore il consapevole
desiderio di camminare una via magica, esoterica, spirituale, che sia conforme
al proprio essere interiore e profondo, e che potrebbe non assomigliare in
alcun modo al sentiero prescritto e camminato da altri o altre.
Spesso è proprio in quel sentimento di ribellione interna,
che spinge a dissentire da tutto e tutti, infatti, che il cammino personale – e
vero – si delinea, aprendo porte a ciò che spetta e che è proprio.
L'anima antica
L'essere interiore, nonché l'anima antica che ci abita, è
senz'altro immanente, non è nata in un tempo definito e al contempo non morirà
con lo spegnersi del nostro corpo umano con le sue fragili membra, poiché la
sua natura è spirituale, pura e intrinseca, talvolta molto luminosa, se nel
corso della vita fisica si è riuscite/i a contemplare l'ombra, imparando a
vedere essa stessa come il luogo di maggiore luce.
Tale ombra, identificabile anche con il Daimon(1),
letteralmente il “demone interiore”, inteso come la propria essenza più pura e
profonda, rappresenta il punto cieco che ognuno possiede, e serve a intercedere fra la mente conscia, ossia tra l'essere storico che incarniamo in
questa vita, e il sé antico che ci abita segretamente. Una sorta di elemento che è sia
l'innesco del conflitto che avviene quando ci si rende conto che, senza un
sentiero di ricerca interiore non si è completi ( quindi potrebbe
inizialmente portare molta infelicità, disillusione e caduta di molte maschere) e
al contempo la chiave con la quale “decodificare” ciò che l'ombra dentro cela.
Spesso tale ombra potrebbe anche essere il riflesso di molta
luce, per questo è necessario essere pazienti e non aver fretta di portare a
compimento l'anelata trasformazione.
Molti pensano alla via iniziatica come a un punto di
partenza, di inizio del proprio cammino, ignorando che si è già in cammino e
che sempre si sarà in cammino, sebbene talvolta si possa sostare molto a lungo
nella sensazione, illusoria, di essere giunti al termine del percorso: non
c'è alcun viaggio da incominciare, nessuna evoluzione da compiere, nulla di
sbagliato da aggiustare in voi stesse o negli altri e nelle altre. L'unico
requisito affinché la via iniziatica interiore si riveli, si compia e riconduca
al proprio destino, destandoci dall'ombra del nostro personaggio umano che
delicatamente la copre e protegge, è mettersi in ascolto di
sé con fiducia, lasciandosi pervadere dalla voce che sorge da quel pozzo
interiore da cui le memorie inviolate della antica donna saggia sgorgano, senza sforzo alcuno.
La parte più affascinante di questo segreto, è che non serve
l'intercessione di alcuno affinché l'ascolto e l'attuarsi di tale verità si
compiano. Invero le vie battute da altri, alle quali ci si vota – spesso col
timore di trovarne una propria, poiché ciò metterebbe davanti la necessità di
fare i conti con le proprie ombre regredite nell'abisso della sconosciuta sorgente
interiore – sono solo di grande disturbo.
Ciò che per altri può essere un cammino di armonia e verità,
può rivelarsi per noi un fastidioso e caotico baccano, un intralcio e deleterio.
Bisogna prendere atto che non tutto ciò che c'è è parte
innata in noi. Non tutto ciò che le altre streghe praticano è buono e auspicabile
per noi. Così come ciò che è nostro potrebbe risultare nocivo o inutile sul
sentiero di ricerca interiore di qualcun altro. Ogni cammino interiore è per
sua stessa natura unico, così come sono unici e particolari i mezzi perché si
sveli.
L'insegnante Intangibile
Se volete trovare un'insegnante, trovatelo anzitutto nella
natura o nelle sue manifestazioni sottili: lei non mentirà. Scorgete il
vostro fiore preferito, fate caso ai cibi che vi attirano profondamente: hanno
una tradizione? Venivano serviti in devozione ad alcune divinità particolari?
Qual è la vostra stagione preferita? In quali particolari mitologie potete
trovare tracce di un culto attinente al vostro particolare sentire? Chi erano le vostre
antenate? Che cosa facevano le vostre nonne o le vostre bisnonne per scacciare
via la negatività ed attirare bellezza e amore nelle loro case? Che cosa vi
faceva sentire forti e indipendenti da bambine? Che tipo di giochi amavate? C'è
una storia su quei simboli? C'è forse un colore che vi appartiene e al quale
non rinuncereste mai? O c’è forse un alfabeto antico che avete sempre sentito
appartenervi, e avete il desiderio di esplorare?
Queste sono solo alcune, delle moltissime domande che potete
porvi per incominciare a conoscere l'occulto che vi abita e che abita solo
voi. Si tratta del vostro occulto e di nessun'altra, è Il vostro
retaggio, la vostra traccia unica e irripetibile che trae forza dal mondo sottile delle radici ataviche, per esprimersi in quello fisico.
Come note di una fragranza mai sentita prima, così sarà la
sensazione di riscoperta di ciò che nel vostro intimo siete, e a quel punto
sarà talmente forte quel senso di verità profonda, che non saranno le parole di
qualche sedicente insegnante di qualsivoglia via “segretissima” (e spesso ritenuta inaccessibile a meno di non pagare un caro prezzo) a sviarvi o illudervi di essere sulla
strada sbagliata.
Rischiate di perdervi nell'abisso dell'interiorità e in
ascolto della natura tutt'intorno: questa è la sola via possibile per ognuna
e ognuno.
Gli insegnanti del nulla
Nessuno può insegnarvi il vostro modo di approcciarvi
all'occulto, poiché per sua stessa natura è vostro, e quindi non assomiglia a
quello di nessun altro.
Altra cosa è, d'altra parte, incontrare qualcuno così
connesso alla propria armonia, da ispirare in voi la ricerca della vostra
armonia personale. Ci sono senza dubbio anche dei gruppi di studio e di
condivisione dell'occulto dove ciò viene fatto con onesta dedicazione: si
ricorda che il presente scritto non vuole in alcun modo tentare di svilire
l'integrità di molte e molti ricercatori spirituali che con sincerità d'animo e
correttezza condividono le proprie scoperte interiori, aiutando altre/i a
toccare con mano elementi che possono essere utili anche alla loro propria e
personale scoperta.
Ciò che deve far riflettere (e se necessario prendere le
distanze) è altresì l'esasperante e massiccia presenza di insegnanti del
nulla, che purtroppo di questi tempi dilagano pericolosamente, riempiendo
il web di aberrazioni – spesso ricopiate da altri ciarlatani, ancora più
radicati nei loro deliri di onnipotenza – e promuovendo vie esoteriche o
occulte di tipo narcisistico e ingannevole, che hanno il solo scopo di creare
re e regine della rete con la loro sudditanza ben ammansita, pedine atte solo a
portare lo strascico del pesante abito di bugie, di cui molte vie che pretendono
di detenere la verità dell'occulto sono abilmente vestite.
L’aspetto più indicato da portare è sempre un abito umile: pochi
e chiari sono i dettagli che fanno di un'opera una buona opera. In questo
caso, la nostra opera siamo noi.
Non lasciatevi soggiogare da coloro che tentano di
confondervi con verità che soltanto loro possono conoscere e mezzi ai quali
soltanto loro possono avere accesso: al vostro interno scorre un fluido magico
capace di pervadervi della sua bellezza, se soltanto gli permetterete di sgorgare dal calderone delle memorie che ognuna e ognuno ha dentro.
Le Vie del Portale
Strega in Rosa si limita a condividere contenuti di
ricerca basati sulle fonti quanto più possibile “autentiche”, che narrano di un
tempo in cui ciò che era armonico non aveva la necessità di venire incantato e
reso occulto, poiché la tradizione antica protostorica delle sacerdotesse
originarie, che era spontaneamente incarnata dalle più antiche parenti di
quelle che poi sono state chiamate streghe, non aveva bisogno di
nascondersi o di rendersi elitaria, poiché l'occhio del patriarcato nel quale
risiedeva il male attribuito a tali usanze e tradizioni, in quei luoghi
pacifici non aveva ancora fatto la sua comparsa.
Le nostre antenate non avevano bisogno, infatti, di
difendersi da un male che non c'era, e l'armonia poteva essere condivisa da
tutte e da tutti. D'altra parte, oggi si rende necessario occultare ciò che è
armonico e incantato, poiché ciò che è innocente, bello e pulito, va protetto affinché
sia preservato da quell'atteggiamento malato dilagante, intriso dai sentimenti
avidi e pericolosi, di coloro che credono di detenere la sola via alla verità.
La strega eretica, una via solitaria
“Non sarò mai diversa da quella che sono. Provo troppa gioia nella mia condizione”(2).
La via iniziatica proposta e percorsa qui, in effetti, è
eclettica e solitaria, raccoglie cioè frammenti di verità dagli studi
filosofici, letterari, etno-antropologici, storici, esoterici e alchemici, purtuttavia rimanendo ben isolata da qualsivoglia limite.
Questa è in parte una scelta, poiché è nella mia natura più
profonda l'agire da eretica in ogni situazione: la parola eretica deriva
infatti dal greco airetikos, che significa scegliere o sapere scegliere. Non
essere eretici significa infatti affermare di non essere in grado di scegliere
da soli, io non potrei mai rinunciare alla mia libertà di scegliere e credo sia così per ogni strega.
Non ho mai potuto farmi dire da qualcuno che cosa avrei
dovuto fare, come avrei dovuto essere, in alcun ambito della mia vita e nella
mia crescita, figuriamoci se qualcuno potrebbe mai indicarmi come devo
sentirmi, in che cosa dovrei credere, e in che modo dovrei celebrare le mie
rotte e il mio sentire.
Fermo restando che, all'interno del portale che gestisco,
ogni ricerca e contenuto condivisi affondano le loro radici nelle fonti di
chi ha compiuto il “passaggio verso se stesso/a” prima di noi, pertanto non si
lavora di fantasia, ma seguendo la esperienza autentica trasmessa da quei pochi che,
attraverso le loro storie, i loro studi e le loro scoperte, hanno sondato la
verità del sacro con parsimonia e senso di responsabilità.
Terminologia dell'occulto
Ogni termine riferito al mondo dell'occulto, sembra
riportare in ogni modo ad una unica e universale parola: dentro. Sembra
che l'occulto accada dentro. All'interno. La via che avviene dentro.
Di seguito, una semplice guida a sostengo ed alla comprensione dei termini
utilizzati nell’Antro, così da poterne comprendere il significato più puro e
semplice.
Un tempo alle parole veniva infatti attribuito un
significato molto diverso da quello che hanno assunto col progressivo
depauperarsi del loro originario significato: questo portale utilizza le parole sulla
base della loro etimologia.
Esoterismo
La parola esoterismo deriva dal greco esoterikos,
formato da eso cioè interno, e teros comparativo greco in
opposizione a “essoterico”, che vuol dire esterno. Da ciò si evince che il
cammino dell'occulto, quindi del segreto, è anche un cammino interno. La
magia che avviene dentro, la metamorfosi iniziatica che sgorga dal contatto con
l'anima interna profonda.
Iniziazione
La parola iniziazione, e quindi riferita alla “via
iniziatica”, deriva dal latino initio(3), assimilabile al significato di
“ineo”, avente sia il senso di iniziare che di entrare dentro.
Tale parola, spesso equivocata; per i popoli primitivi aveva
una connotazione completamente diversa da oggi. Le nostre antenate
sacerdotesse, probabilmente erano innatamente consapevoli che la sola via per
essere iniziate alla conoscenza del divino, dello spirito, e dell'anima della
grande madre onnicomprensiva, si trovasse all'interno di sé. La natura era
considerata un riflesso macrocosmico di un cosmo più piccolo e interiore,
dotato dei suoi medesimi codici. Capendo la natura ed i suoi cicli, si poteva
comprendere anche se stesse: iniziarsi significava avvicinarsi a questo grande
mistero che era alla portata di tutte e tutti, presumibilmente.
Le pseudo-iniziazioni
Sarebbe bene rendersi conto che tutte le iniziazioni che
avvengono oggigiorno e che si affidano quindi a ciò che è fuori – e non a
ciò che è dentro – vanno considerate per quello che sono, ovvero pseudo-iniziazioni
che non potranno mai eguagliare l'iniziazione che soltanto la propria guida
interiore intangibile potrebbe elargire, a coloro che sono ancora in grado di
sentirla e perpetuarla.
Le iniziazioni nella preistoria
Probabilmente, la sola forma di iniziazione “esterna” alla
quale ci si potrebbe dedicare, non sarebbe neanche più reperibile nei giorni
nostri, poiché le antichissime forme di mistero femminile, risalenti
addirittura all'età dell'argento, vennero represse dai sistemi patriarcali
delle moderne religioni(3) (comprese quelle indoeuropee classiche, che non
vanno lasciate impunite sebbene encomiate da molti: le mitologie classiche per
come le conosciamo, ad esempio, hanno edulcorato od addirittura demonizzato
tratti distintivi del femminile e dei suoi misteri, riducendo le dee – e,
quindi, le donne – a mogli e madri gelose, deboli e invidiose).
Pertanto, di quelle originarie forme di iniziazione, che
avevano probabilmente lo scopo di risvegliare la donna sacra all'interno delle
dedicanti, non è rimasto che un flebile ricordo.
Forse alcune fortunate potrebbero ancora incontrare una di
queste maestre, capaci di risvegliare in loro l'antica sacerdotessa dormiente
che ha vissuto proprio in quell'epoca, e che ora riposa, segretamente celata
tra le acque di quel pozzo interiore intangibile.
Magia
Sebbene di questi tempi la magia sia una scusa per praticare
l'imbroglio e la cialtroneria (ed è bene diffidare quasi di chiunque in
questo senso) anticamente era una cosa molto seria e certamente in molti
casi una vera scienza dello spirito (3). Nella magia si poteva “inciampare” sia
per via di una iniziazione, oppure attraverso una linea di discendenza diretta o addirittura attraverso un incidente od una malattia(3), un evento fatale che
in qualche modo avrebbe avvicinato talmente tanto quell'individuo alla morte, nonché
al confine col regno altro ed intangibile da averlo reso capace di vedere e di
sentire qualcosa di segreto e magico.
Anche la fiaba, nella sua versione originaria, se
approcciata con il giusto occhio e l'animo aperto, può essere una via al
risveglio della magia interna: la catarsi è ciò che più assomiglia alla
sensazione di oltrepassare il confine, che noi chiamiamo morte.
Il termine magia deriva dal greco magikē, a sua volta
connesso alla parola “mantiche”. Le arti mantiche sono tutte quelle arti legate
alla percezione di qualcosa che per molti è intangibile o invisibile. Possedere
tali arti è probabilmente innato e apre una finestra costante su spazi, luoghi
e verità generalmente non visibili ad altri.
Persino l'empatia, potrebbe rientrare in una delle qualità
mantiche, poiché vedere ciò che accade nell'altro e sentire ciò che sente
l'altro, è senz'altro una dote magica, forse la più magica ed utile del nostro
tempo, quando si ha imparato ad utilizzarla e canalizzarla senza ferirsi..
Secondo Erodoto la magia è invece legata ai maghi o magi e
deriverebbe dal persiano magush(3), che presso l'antica popolazione
indoeuropea dei Medi che vivevano nell'odierno Iran nord-occidentale a partire
dal I millennio a.C, rappresentava una vera e propria casta sacerdotale avente
le tipiche caratteristiche di quello che consideriamo “mago” o “maga”.
Tuttavia, ogni luogo della terra ha probabilmente un suo
termine per indicare l'individuo in contatto con la magia: ogni lingua ed ogni
cultura hanno sviluppato un proprio modo di titolare tali individui dotati di
grandi capacità.
Armonia, canto e incanto
Il fine ultimo di qualunque viaggio di iniziazione o di
pratica magica è l'armonia. Soltanto una via iniziatica che fa
sentire in armonia con se stesse e con il prossimo è una buona via iniziatica.
E soltanto una pratica magica dettata da intenti armonici è una buona pratica
magica.
Tutto il resto è ciarpame e non potrà mai funzionare
beneficamente, ma solo danneggiare. Anzi, a dirla tutta, talune pratiche
disarmoniche sono probabilmente talmente dissociate da quella sorgente
interiore di armonia antica, che potrebbero essere ridicolmente inutili.
Soltanto un'anima armonica e che ha imparato ad intessere la pace fra le parti
di sé in un'unica meravigliosa trama, può infatti pretendere di praticare
l'incanto.
Queste due parole anticamente avevano infatti una valenza
molto simile: armonia deriva dal greco armozein, che significa “connettere”,
collegare, ed era originariamente utilizzata per indicare l'armonia musicale, nonché
la musica delicata che proviene quando più voci o più strumenti sono connessi,
collegati, armonizzati fra loro; mentre la parola incanto è composta dal
prefisso in, che significa dentro, e cantum, che in latino
significa canto (3). Un incanto è quindi un canto che proviene dall'interno, che potrebbe ancora esprimersi di questi tempi, portando bellezza e
guarigione attraverso una magia fatta di gesta e parole ispirate.
L'Incanto è dove siamo
Qualunque strumento aiuti a far sentire maggiormente il
contatto con quel luogo interiore dove la magia è dormiente può andare bene:
ciò che è efficace per sé e fa sentire il più vicino possibile all'armonia è
sempre giusto.
Ci sono streghe che utilizzano le carte dei tarocchi, altre
che si dedicano alla via delle rune, ogni mezzo utile a far sentire più vicina
quella donna antica e dormiente in noi può funzionare, tuttavia, è bene
riconoscere la differenza tra ciò che piace e ciò che si è, tra ciò che si
vorrebbe essere e ciò che invece si è davvero.
Ogni strumento ha un suo particolare legame con una cultura,
una lingua, una terra e, va detto, anche il DNA è portatore di un insieme di
codici antichi, legati agli antenati il cui retaggio letteralmente scorre nelle
nostre vene.
Sarebbe difficile immaginare un nativo africano che sente
scorrere nel proprio fluido magico le rune, legate a popoli che conoscevano i
segreti del gelo, così come è anacronistico se non ridicolo vedere, ogni
giorno, nascere nuove vie caotiche e disorientanti, dove si parla di tutto un po’,
senza approfondire nulla, mescolando elementi che provengono da tradizioni
molto diverse tra loro.
Spesso, alla ricerca di qualcosa di esotico e
mirabolante, si perde il senso più profondo della ricerca dell'armonia e
dell'incanto, ossia accorgersi che l'incanto accade esattamente
dove si è e non ha meno valore dell'incanto che accade a qualcun altro, in
qualche terra lontana considerata speciale o anelata.
A volte, sarebbe sufficiente mettere il naso appena fuori
dalle mura di casa, per rendersi conto di un mondo magico, popolato delle più
antiche creature sottili, che attende soltanto noi per essere riscoperto e
rivivificato.
Entrare in contatto con la propria terra d'origine, con le
usanze, le leggende, i fenomeni atmosferici che la riguardano, è il primo
passo di quel cammino di amorevole sincerità verso se stesse e verso la propria
sacerdotessa interiore.
Spesso quella presenza non veste i panni che ci
aspetteremmo, e poco somiglia alle maschere di cui molte si sfoggiano per
erigersi a un tale titolo.
Nuda, si aggira, Lei tra le cose semplici e la
via rischiara.
Le Tre Donne
Io ho avuto la fortuna di incontrare tre donne iniziate – nel particolare senso di iniziazione qui esposto – lungo il mio percorso.
Tre donne, provenienti da tre culture e tradizioni diverse.
Una delle tre era una sciamana naturale, che mi insegnò a connettermi agli elementi della natura ed a risvegliarli dentro di me per equilibrarli. Immerse nei monti sopra al lago d'Orta, praticammo ininterrottamente l’arte di “sentire” e di “vedere”. Giunte al compimento del nostro viaggio, basato sulla gratuità; ricordo che le dissi: — Raffy, mi sembra che i colori siano diversi, adesso che ho riaperto gli occhi. Il verde è un altro verde, attorno agli oggetti vedo una nube luminosa, è come se fossero vivi —.
— Questo è logico: adesso hai imparato ad utilizzare “lo strumento che sei” in un altro modo. Ti stai “usando” diversamente, e questo crescerà ogni giorno, se non smetterai di nutrire queste pratiche che ti ho insegnato”— ha risposto lei.
Un'altra era una strega, Gabriella, amica della prima che viveva sulle alture del Lago d'Orta. Conosceva qualsiasi antidoto naturale per ogni tipo di problema, una erbaria, un grimorio di magia verde vivente, una donna che mi tolse tante pulci dalle orecchie e tanti diavoli dai capelli per insegnarmi la via della semplicità casalinga.
Una delle frasi che spesso utilizzava era — Posso sistemare tutto facendomi bastare quello che c'è —. Lei mi insegnò tutto ciò che c'era da sapere sul focolare e su come alimentarne la fiamma.
Spesso, la pozione magica più potente nelle nostre pratiche, si rivelava essere una zuppa o una peperonata…
La terza donna era una bellissima praticante autoctona della religione Yoruba degli africani, lei mi insegnò il potere di credere a ciò che si sta sentendo e vedendo e a risvegliare gli antenati davanti a un fuoco o davanti a un pasto sacro, oppure a fare riti propiziatori e di ringraziamento sulle rive di un piccolo fiume al limitare del bosco od a compiere semplici incantesimi con gli ingredienti presenti in cucina.
A lei devo molto, soprattutto per le tecniche di bandimento e protezione, nonché di risveglio delle antenate e degli antenati protettori della casa.
Mi disse che se fossi nata a Cuba, e fossi stata iniziata alla Santeria, dove ognuna viene “battezzata” ad una speciale divinità riconosciuta come propria e che le farà da guida per tutta la vita; probabilmente mi avrebbero dedicata a Yemaya, “la dea tutta bianca del mare”; nondimeno un volto africano di Afrodite, il cui simbolo era la colomba bianca.
Infine, naturalmente, ci sono io, nonché la mia tutrice interiore che si cura di intercedere fra me e il regno sottile, dove ogni giorno incontro molte delle mie forme, le dee dell’incanto a cui sono segretamente votata e le mie personali forme di magia, quelle che mi rendono la strega libera che sono, soprattutto nel dono della voce, quella scritta, cantata ma, soprattutto, quella più antica e saggia che vive dentro e partorisce le altre due.
*****
Sono grata, inoltre, a chi mi ha consigliato elementi di una “tradizione” creata e sviluppata dalla Casa Editrice della Terra di Mezzo, come l'Antico Fuoco delle Donne, che ha ispirato un luogo di luce interno che, negli anni, ho scelto di coltivare mantenendo intatti alcuni principi morali che dalle letture sono giunti a risvegliare un sentire in me già sopito.
*****
Bibliografia
(1) Il Codice dell'Anima, James Hillman, Casa Editrice Gli
Adelphi, 1997.
(2) Le Streghe dell'Europa Occidentale, Margaret A. Murray,
Edizioni della Terra di Mezzo, 2012.
(3) All'Origine delle Parole, ovvero del significato occulto
ed antico di alcune parole e del potere di conoscenza e di magia che in esse si
può ancora trovare, Mario Negri, Edizioni della Terra di Mezzo.
(4) Atlante delle Sirene, Viaggio Sentimentale tra le
creature che ci incantano da millenni, Agnese Grieco, Casa Editrice Il
Saggiatore, 2017.
Diritti Illustrazione : Pinterest di artista ignoto/a
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