Dopo mesi di immersione nelle ricerche volte a far luce
sulle antiche dee, donne, madri, streghe e fate che si celano dietro al volto
della Dama Bianca, l'antica divinità germanica preindoeuropea anche conosciuta
come la Befana italica; è giunta la sua notte, la notte della Berchta, la
strega alpina che porta il suo corredo.
Colei che mi ha tenuta per mano, durante tutto il mese di
dicembre, affinché la sua voce potesse parlare attraverso le mie ricerche.
La Dama Bianca è il sacro contenitore di dee lontane e
segrete, alle quali con parole ispirate spero di aver dato seguito e verità. È
colei che anima la leggenda della Befana.
Insieme a Santa Lucia (un altro dei suoi volti) ho
portato alla luce una “vista altra” sulle feste che chiamiamo Natale ed
Epifania, insieme a Lucina ho partorito una creatura luminosa dal buio della
grotta introspettiva della grande madre, ho messo le mani nel sangue della Lutzl
insanguinata, guardando con l'occhio dell'anima ai sacrifici che ho dovuto
affrontare per poter rinascere alla vita che mi sono creata; ho acceso candele
coi fiammiferi insieme alla piccola fiammiferaia infreddolita che mi abitava
dentro, nella notte di capodanno.
Ho fumigato la mia casa con la salvia in compagnia delle madri
delle Dodici Notti, consacrato nuovi intenti alle Dísir della
stirpe; ho spazzato con la scopa della grande ucraina Mokosh, che mi ha
assistita nelle faccende domestiche. Ho poi respinto con dolcezza e talvolta
con rabbia la negatività di chi non volevo facesse più parte della mia vita con
il potere del vischio, sotto cui ho baciato semplicemente me stessa ed il
mio più grande amore: la scrittura.
Ho varcato la soglia del mio pozzo interiore penetrando con
la chiave che le antenate norrene avevano nascosto nella runa Perth, serratura
dei segreti del regno di Perchta, calandomi in sogni lucidi ed in luoghi
onirici dove la mia anima bambina ha prestato servizio a Madre Hulda.
Ho viaggiato nelle memorie delle Matres, fondendomi
alle loro danze gioiose e selvagge, anche se i loro campi verdeggianti adesso
sono freddi e cupi, poiché Frau Holle ha sbattuto il suo piumone
fioccando la neve; ma esiste un luogo fiorito interiore in cui le Matronae
allacciano le loro mani e perennemente danzano.
Sotto l'egida della madre dei Vani Frigg/Freya ho
trasformato ognuno di questi riti in amore per me stessa e per la mia famiglia,
filando con le Nornir il mio destino: mi sono innamorata dell'amore libero e
puro ricongiungendomi alla verginità di Diana, ed insieme a sua figlia Aradia
ho fatto giustizia di bugiardi e imbroglioni, eliminandoli per sempre dalla mia
vita, privandoli così della sacra energia alla quale avrebbero potuto accedere
attraverso me.
Insieme alla Berchta mi sono occupata degli animali randagi
e selvatici, dando il mio contributo concreto per la salvaguardia dei ricci e
dei piccoli uccelli. E infine, raggiunta la dimora della lupa Perchta,
mi sono lasciata divorare come Cappuccetto Rosso e dentro alla sua
pancia, nel suo utero misterioso, ho preso fra le mani il fuso di Frigg con cui
ho intessuto storie affinché di ogni sforzo per conoscere la Dama Bianca fosse
fatta memoria, così che tutti possano avere accesso alla verità di tutte le
Fate, Donne, Madri, Streghe e Dee che si nascondono dietro al volto di quella
che oggi, nella vigilia dell’Epifania, chiamiamo “Befana”.
Ognuna delle fonti trattate e dei racconti intrecciati tra
prosa e poesia a cavallo della scopa del tempo che fu, voleva giungere proprio
a lei. Non ci sono più dubbi sul fatto che ognuna di queste forme di Dea
facesse parte di un'unica antica Grande Madre della Terra e delle stagioni
preindoeuropea con origini germaniche che probabilmente si chiamava Nerthus
o Hertha, su cui si fondò, con il tempo, l'intera figura della Dama
Bianca, il cui culto originario era stanziato dalle regioni artiche fino al sud
dell'Italia in un armonioso continuum non dicotomico di luce e ombra.
La Befana è colei che nel neolitico veniva chiamata “grande
antenata”, la custode del focolare recante il fuoco celeste, la stella
cometa, ora nei panni della semitica celeste Astarte, che diede vita a
Colei che è senza tempo, luce nella luce d’inverno dall’Asia antica alle
regioni artiche….
*****
Studiando e scrivendo ho vissuto sulla mia pelle tutto
questo: mi sono lasciata trasportare dalla Dama Bianca e dai suoi volti (e
regni) ho assorbito tutto il suo nutrimento.
Mi auguro che attraverso i miei scritti possiate accedere a
lei anche voi.
Probabilmente questa notte la Befana non giungerà coi doni
che vorremmo o che ci aspetteremmo, ma ognuna delle sue scelte lungimiranti,
sarà comunque un regalo per noi. Un monito per far sì che i semi che dormono
sotto la neve sorgano ancora più belli e colmi di grazia di quelli del raccolto
dell’anno passato.
E, questo, è il mio
augurio per voi.
Felice festa della Befana a tutte/i e, ricordate, accedere
alle soglie che conducono a lei è un atto di consapevolezza dal quale non si
potrà tornare indietro…
Crediti Illustrazione: Pinterest di artista ignoto/a
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