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Nota
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“Nessun luogo al mondo, per me, è paragonabile a Orta,
con la sua Isola di San Giulio abitata solo dalle donne – le monache
benedettine di clausura – che custodiscono la famigerata “vertebra del drago”
che avrebbe abitato le sue acque; a reminiscenza, forse; delle isole
sacerdotali femminili, talune stellari e sireniche/orgiastiche; altre legate ai
defunti o al motivo del «locus amoenus» di cui mi sono occupata a lungo nelle
ricerche degli ultimi anni; ricostruendo le fonti che mi hanno portata a
credere che la sacra Isola, «ges kleithron» – serratura della terra, così detta da Plinio – situata oltre l'Orsa Maggiore o Stella Polare, nel famigerato “mitico
Nord stellare” ambito e cercato da molti eroi e semidei, e similmente occultato
nelle leggende germaniche, celtiche, islandesi, finniche e mediterranee; fosse
in realtà la medesima Isola, «forse interiore» e intimamente connessa a un
sentire silenzioso, alla quale tutte e tutti, prima o poi, devono fare ritorno
per ritrovare se stesse/i.
A ogni modo, l'Isola di San Giulio prende il nome dal santo cristiano che, secondo
la leggenda locale; avrebbe ucciso il drago e i serpenti che la infestavano,
reminiscenza del femminile sacro ctonio, nonché del motivo del serpente
associato alla Dea, alla donna e alla Sirena primigenia in molti miti, leggende
e superstizioni in ogni luogo del mondo, in particolare riflesso della Grande
Signora degli Animali mesopotamica, progenitrice delle Sirene; che fanno del
“buon Giulio” colui che ha scacciato quella anima ancestrale e pagana che un
tempo lì viveva; solo per affiggervi la bandiera cristiana.
L'Isola di Orta,
comunque si voglia, resta la “Loch Ness italiana” e per quanto logorato possa
essere il suo spirito originario; le acque raccontano ancora la sua storia,
soprattutto se le si attraversa a nuoto, mettendosi in ascolto «della voce»”.
Tratto dal Diario di Viaggio di Claudia Simone
Bibliografia
La leggenda della Isola di San Giulio, nella quale riecheggia il motivo delle genti originarie dell’Europa Antica, scacciate o assimilate dalle ondate di popoli indoeuropei, bellicosi e conquistatori; nonché il tema della Grande Madre “sirenica” nel suo aspetto ctonio, è tratta da “I Giorni della Merla, Leggende tra Varesotto, Lago Maggiore e d’Orta, Storie di Animali per Piccoli e Grandi, Chiara Zangarini, Pietro Macchione Editore, pp. 48 – 49, 2014
Crediti fotografia: atlasobscura.com
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