Per «canale» intendiamo quell’energia, ovunque presente, in ogni dimensione permanente, alla quale ogni cultura ha dato uno specifico nome per intendere, circa, lo stesso concetto di energia vitale, sussurro segreto che abita tutte le cose create, scorre sinuosa in ogni anfratto animato del mondo: il norreno “Wyrd”, dal protogermanico wurdís, che significa fato, radice dell’alto tedesco antico wurt e del norreno “urðr”, ossia la «fonte del destino» sotto l’egida delle Nornir, il “Vril” tipico della Germania occulta, il “Prana” vedico, il cinese “Qi” e ancora il “Mana” melanesiano e polinesiano e in ultimo esempio le parole finlandesi “emo, amanta o emonen”, utilizzate indistintamente per descrivere una «energia», tipica dello sciamanesimo artico e balto-finnico, dove «madre, signora e genitrice letteralmente coincidono con la concezione di una forza acquatica dalla quale ogni sostanza in principio otteneva sostegno, solidità, energia».
Dal momento che qualsiasi operazione di incantamento e, quindi, di guarigione, dipende dalla connessione naturale della strega a questo «zampillo interiore» e alla sua capacità di irrorarlo al di fuori, va da sé che se tale energia vitale e potenzialmente guarente non scorre libera e pulita, si potranno studiare cento libri di occultismo e materia esoterica, procurarsi le oggettistiche più esotiche e costose, indossare gli abiti stregoneschi medievali più affascinanti, ma «l’incanto pronunciato» in rima, prosa, canto o gesto, non sortirà alcun risultato e non porterà neanche tanta fortuna.
Anzi, questa magia sporca getterà cattivo auspicio, nella attivazione di forze invisibili inconsapevoli e non benevole con le quali si stabilirà un patto di assonanza irresponsabile e latente..
Ciò che distanzia un volgare sortilegio – dal latino «sortilegium», estrarre “a sorte” – dal puro e guarente incanto (dal prefisso “in”, che significa dentro e cantum, che in latino significa canto, ossia un canto che viene dall’interno e dunque dalla volontà profonda) non è pertanto né la appartenenza a qualsivoglia ordine o congrega, men che meno la presunta linea di sangue della praticante né, ancora, l’ardita spavalderia di chi crede di conoscere, senza possedere la capacità (che spesso è innata) di accedere a quel canale e maneggiarne l'energia saggiamente.
L’unico elemento che fa la differenza nella pratica magica è la purezza della volontà, unita alla capacità – che deve essere allenata quotidianamente – di mantenere incorruttibile a qualsivoglia veleno, la fonte dello zampillo magico che abita nella strega (che solo mantenuto nello stato puro di cui si ha parlato sopra, potrà essere direzionato efficacemente e senza danneggiarsi).
“Ogni atto di volontà è un atto magico”.
Aleister Crowley,
Magick, Edizioni Astrolabio, Collana L’Occulto, 2021, Parte
Terza, Magia in Teoria e Pratica
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Sitografia
Testo di Claudia Simone tratto da Streghe, Dee, Befane, Donne e Valchirie: alle origini della Stregoneria e la Vecchia Religione nell'Europa Antica e Occidentale vietata la riproduzione anche parziale senza il consenso scritto dell'autrice e senza citare la fonte.
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