Nome e Soprannome di una Strega

Le riflessioni del presente sito hanno constatato che l’epiteto di molte delle donne e uomini accusate e accusati di stregoneria nella Valle Antigorio era quasi sempre descrittivo di un aspetto della morfologia naturale locale a cui forse i personaggi erano attribuiti, definendosi tali forse anche tra di loro.
Ciò potrebbe essere stato vero anche in altre aree d'Italia e d'Europa che hanno interessato la Caccia alle Streghe ma se non fosse così, è comunque indicativo ciò che lì è accaduto:
La Fiora, morta sul rogo; richiamava ad esempio all'universo floreale, La Balmiza  rievocava la Balma, nondimeno una “roccia che sporge” e sappiamo che sia a Croveo di Baceno che Crodo sono state ritrovate delle rocce con pitture rupestri ed era proprio la roccia, ad essere citata come “stua del diavolo”, ad esempio nei documenti delle confessioni delle streghe citati dallo storico Massimo Centini. 
Così v'erano coloro che erano attribuite o attribuiti a “la preia”, nonché la pietra, se non altro rievocando l'antico legame tra la Dea Madre che, un tempo, designava i luoghi con i suoi molti nomi, usanza ereditata soprattutto dal Mediterraneo. 
Anche un tale detto “Il Camoscetto” potrebbe aver avuto a che fare con una appartenenza selvatica dell'iniziato o presunto stregone o strega. 
Alcuni esempi di corrispondenze linguistiche tra le dee e i luoghi naturali e gli animali che erano loro titolati, presuppongono l'assimilazione della divinità (nel nostro caso, presumibilmente, della strega) con la montagna sulla quale è venerata o dove essa dimora o pratica la sua magia.
Ciò aiuta a capire come mai grotte, rocce e in generale le montagne (nel caso delle streghe di Antigorio i ghiacciai) sono stati da sempre luoghi privilegiati per determinati culti e lo svolgimento di determinati riti sia di fertilità che funerari. 
Quando si ha progressivamente abbandonato il culto dei defunti presso il focolare, ereditato con tutta probabilità dalla Anatolia e già presente in tempi preistorici nel Sud della penisola Italica, a causa dei Romani che hanno reputato poco igienico tenere i defunti inumati sotto le abitazioni, il focolare, ossia anche il luogo di potere di una famiglia o di un determinato clan, è stato spostato nei luoghi dove sono stati trasportati i propri morti, ovvero grotte, rocce, sassi...(1, pp.65-74).
A questo punto, mi piace pensare ad alcune delle donne accusate di stregoneria, come a delle vere streghe in virtù delle espressioni con le quali venivano designate, ovverosia, per descriverle con semplicità, coloro che, dato che sentivano un particolare legame con la sacralità della natura, soprattutto in certi contesti, probabilmente vi si riunivano per celebrare tale antico contatto di reminiscenza antica, che magari condividevano le une con le altre e gli altri, segretamente, identificandosi completamente con il sembiante naturale da cui il loro nome o soprannome scaturiva.
Forse potrebbe essere ancora possibile, oggi, scoprire di essere abitate da una entità segreta (che potrebbe essere rispecchiata da un particolare nome con cui chiamare se stesse, purché lo si senta sinceramente affine al percorso intrapreso) che potrebbe destarsi dal suo assopimento in momenti di particolare connessione con certe aree naturali alle quali ci si sentisse particolarmente legate.
Tale nome può restare segreto oppure essere condiviso.
Può mutare, accompagnare cioè per alcune tappe del viaggio per poi svanire od essere sostituito (come un compagno o una compagna di cui non si ha più bisogno) al momento opportuno.
La cosa importante, in questo campo, è sentirsi completamente libere e leggere, dotandosi di innata semplicità.
Fermo restando che, qualsiasi nome, se connette al proprio potere e risuona dentro come vero, è adatto a essere il proprio nome daiStrega, badando a non confondere ciò che nel profondo si è o sente di essere da ciò che piace e si vorrebbe essere ma non si é.
La scelta migliore, in casi di indecisione, è a ogni modo quella di rimanere se stesse, riscoprendo nel proprio nome di battesimo verità nascoste o aneddoti che potrebbero compensare la ricerca di altro da sé, commettendo l'atto che molte e molti fanno (spesso per moda o smania di apparire chissà chi) di consacrarsi a qualcosa di esotico che, in fin dei conti, potrebbe non appartenere veramente.
La scelta di essere chi si é e accompagnarsi nel mondo onestamente, essendone fiere e contente, riconoscendo la propria unicità e il valore personale, è forse uno degli atti più potenti cui una strega potrebbe avere accesso.

Note

Gli elementi di ricerca riguardanti il fenomeno della Stregoneria nella Valle Antigorio sono tratti e appartengono alla ricerca dell'Antro intitolata Le Streghe di Croveo: fatti e prospettive sulla Triora Antigorina e cenni sulle Valli dell'Ossola, Formazza e sul Novarese

Bibliografia

(1) L'Incanto e L'Arcano, per una antropologia della Befana, Claudia Manciocco e Luigi Manciocco, Armando Editore, 2006

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Crediti

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