La Valsesia è una terra di streghe e sortilegi.
Da sempre, la presenza di donne che sfuggivano alla morale
comune e incarnavano costumi considerati “inquietanti” fece sì che molte di
loro vennero demonizzate per la loro forza e indipendenza, per cui ci furono
reali contrasti e materia che va ben oltre le tipiche leggende valligiane.
Il sacerdote Ravelli teneva vive la tradizione per cui la
cappella della “Madonna delle pecore” o della Sella tenesse lontane le streghe,
tanto da essere stata edificata a quello scopo, dato che “le malefiche” si
aggiravano in tregende, presumibilmente, tra quei boschi...
Anche la Val d’Otro, in località “in die Saccu”, sarebbe
stata popolata da fattucchiere in compagnia “dell’uomo selvaggio”, tanto è vero
che si dice che vennero scacciate con efficaci esorcismi nel lontano e isolato “Corno
Bianco”, dove i loro sortilegi non potevano sortire alcun effetto...
L'Antro di Luce ha già affrontato una ricerca, relativamente
alla Strega “Ghitina” o Strega Gattina, Stria Gatina di Cervarolo di Varallo Sesia, della
quale si parla molto grazie agli studi della dottoressa Caterina Triglia. La
poveretta, per aver difeso la vita di un noce al quale era affezionata, venne trucidata nel 1828 dai creduli e violenti compaesani che la
bastonarono nella sua casa a Cervarolo fino a sfigurarla poiché creduta strega e capace di pratiche
maligne, non fu dopotutto un caso così isolato come pensavo: alla povera
contadina quarantasettenne fobellese Anna Bondesio, non toccò per un pelo una sorte
simile, ma è comunque degna di nota. La donna, evidentemente molto altruista –
considerato che non chiedeva un soldo a coloro di cui si prendeva cura –
praticava segretamente la Chirurgia, la
flebotomica e altre pratiche che, in tutto e per tutto, finirono per tacciarla
come Medica ma, soprattutto, come fattucchiera, dato che non aveva le
autorizzazioni per dedicarsi a suddette cure mediche.
Nel 1863 venne processata dal “Tribunale del Circondario” di
Varallo in quanto pericolosa per l’equilibrio sociale montanaro. La signora era
accusata “di avere da sette a otto anni a questa parte coll’esercizio della
Chirurgia, imperizia della medesima, in infrazione ai Regolamenti, cagionato
alli Minardi Carlo fu Giacomo, Falcione Giovanni, Regitello Vincenzo, tutti del
Comune di Fobello, Murazzo Pietro di Ferrera Cravagliana, Calzanegra Giacomo,
debilitazione permanente a taluni e perdita assoluta ad altri dell’uso d’una
gamba, d’un braccio, e di una mano” poiché, spinta da una forma di medicina “empirica”,
si affidava a pratiche simili a quelle delle streghe medievali.
Chiaramente, qualcuno informò le autorità e perciò rischiò la
sua stessa vita...
Il solerte Pubblico Ministero appellava la sentenza e la
povera donna doveva finire davanti alla Corte d’Appello della lontana Torino
che fortunatamente l’assolse da ogni accusa, in particolare da quella di aver
esercitato l’arte sanitaria.
***
A Fobello – dove ho svolto una esplorazione in più tappe, tra l’inverno 2024 e la primavera 2025 nessuno si ricorda più di questa storia... alcuni locali, che ho interrogato personalmente, rabbrividiscono all’idea delle “loro streghe” o fingono di non sapere. Altri, ricordano della loro esistenza quasi con nostalgia. Ciò non toglie che, in tutta la Val Mastallone, sono ancora vivide leggende sulle streghe, a prescindere che fossero guaritrici o malefiche.
Oltre al mistero del “Pé
dla Stria” che mi è stato svelato da Anna Maria Tirozzio, legato a un grosso sasso con l'impronta di una presunta Strega di Fobello che fuggì lasciando la sua impronta, la tradizione vuole che lungo il sentiero che da Cervatto conduce alla
frazione Torno, nel bosco oltre il torrente dietro il cimitero di Fobello, dove
i faggi sono più alti e ombrosi, in una località conosciuta come “Pianel dal
Strii”, le stesse si riunissero all’imbrunire, annunciato dal suono dell’Ave
Maria, per svolgere i loro convegni misteriosi dove avrebbero preparato i loro intrugli guaritori e benefici a cui
qualcuna e qualcuno ancora oggi forse si affida…
Tutt’oggi, a Fobello, in una bella bottega, esiste una donna, Anna Maria Tirozzio, che prepara i famosi
biscotti delle streghe. Il negozio si chiama “Biscutin dal Strii”. Nessuno può
sapere se si tratti di vera magia o di una semplice ispirazione data dal luogo
e dalle sue leggende, resta il fatto che, in Anna Maria, la eco delle loro voci
è tornata a esprimersi. Forse questo potrebbe aiutare a guarire il passato,
vere o non vere che le streghe di oggi siano, anche se le cicatrici di una
terra tradita nella sua stessa umanità tanto da scagliare odio e violenza sulle
sue donne, non si rimargineranno facilmente, e forse non lo faranno mai. Conoscerle non è un diritto, ma il frutto di una chiamata molto rara, portarle alla luce, talvolta può essere un dovere, perché su di loro si dica il vero e non le bugie che, spesso, sono state raccontate (non sempre a fin di bene).
Album fotografico
di Claudia Simone
Al Pianel dal Strii di Fobello (VC) - VALSESIA - Alta Val Mastallone
Tornando al Pianel dal Strii di Fobello. Dove il Fuoco delle Streghe brucia ancora - Articolo di Claudia Lucina Simone del 6 maggio 2025
Incontrando la Stria Gatina di Cervarolo e Altri Punti di Luce a Varallo Sesia - Articolo di Claudia Lucina Simone del 21 febbraio 2024
Testo e fotografie di Claudia Lucina Simone. Tutti i Diritti Riservati.
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