Osservo la luna intensa, piena, vermiglia di questa notte. Una grande lampada arancione, che illumina e scalda. Fin da bambina, mi sono sentita sua figlia, e figlia del sole. Una piccola stella, nata dalla loro unione celeste. Non posso che gioire, nel sapere che lei sa. Nonostante il clima generale di delirio e vertigine, di rottura e morte di antiche credenze, valori e sentimenti sacri, mi accorgo che in me e forse anche in tante altre, quell'incrollabile tensione alla speranza e alla benedizione per ciò che non si vede – ma c'è – è rimasta inalterata nel tempo e, anzi, proprio nelle difficoltà – vecchie e recenti – si è fatta più forte. La osservo, e le chiedo: “Madre, se puoi, fai giustizia; ascolta la preghiera di questa piccola Lucina, figlia delle tue figlie d'oro, solo una di esse...”. E lei risponde, lo fa con tanti nomi, spesso in sogno, ricordandomi il sentiero, invitandomi ancora una volta alla fiducia, alla giustizia del suo “rede”. Lei sa, e tutte le stelle...
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